Nel glossario non sono inclusi i proverbi, che in realtà sono un particolare tipo di affermazione che cerca di sintetizzare una forma di sapere. Eric Partridge, conosciuto nel campo, nel suo Dictionary of Clichés afferma che, a differenza dei proverbi, i modi di dire non esprimono saggezza popolare, non hanno un significato profondo o morale, ma sono semplicemente frasi "usa-e-getta". Infine, di molti di essi si è perso il significato letterale. Le espressioni idiomatiche sarebbero invece costrutti adattabili secondo il contesto.
Alcuni modi di dire sono comunque di origine proverbiale: ad esempio Campa cavallo deriva dal proverbio Campa cavallo che l'erba cresce, e sono legati al concetto di cliché.
In realtà la differenza tra proverbi e frasi fatte può essere sottile. Il presente glossario esclude i proverbi, incluse tutte quelle massime di uso comune che conservano un contenuto: ad esempio, Tutto è bene quel che finisce bene (Shakespeare) è stata esclusa in quanto assimilabile ad un proverbio: in ogni contesto in cui è usata, infatti, essa esprime sempre lo stesso contenuto (ogni fatto o azione è positiva se ha un esito positivo). Al contrario essere o non essere (ancora Shakespeare!) è stata considerata una frase fatta (e non un proverbio), perché è molto spesso usata al di fuori del contesto originario, ed è all'origine di calchi e parodie che non conservano praticamente traccia del contenuto originale.
Anche una metafora usata individualmente da pochi parlanti (idiosincrasia) non è sempre chiaramente distinguibile da un modo di dire, sicché sarà sempre impossibile determinare il numero di espressioni idiomatiche presenti in una lingua. Forme verbali [modifica]
Se la frase fatta contiene un verbo, essa, di solito, è riportata con il verbo all'infinito (ad esempio, "andare a ramengo"). A volte, però, la frase rappresenta una frase fatta solo in una determinata forma verbale (ad esempio: "me ne frego"). In questi casi abbiamo mantenuto la forma verbale. Altri criteri di inclusione [modifica] In linea di massima si escludono le voci costituite da una parola sola: in questo caso, più che di frase fatta, si dovrebbe parlare di slittamento di significato di una parola. Abbiamo escluso quelle frasi che, pur frequentissime nella lingua italiana, non mostrano nessuna particolare alterazione retorica o di significato. Per esempio, l'espressione "in poche parole" è molto usata, ma sarebbe comprensibile anche a chi la sentisse per la prima volta. Invece l'espressione "in parole povere" è già in qualche modo una frase fatta: l'espressione contiene un'alterazione retorica (l'aggettivo "povere" riferito alle "parole") che è tipica di questa espressione. Sono escluse anche le espressioni idiomatiche dialettali (per le quali bisognerebbe organizzare glossari specifici), tranne quelle oramai italianizzate. Sono parimenti escluse le espressioni volgari, che presumibilmente dovrebbero far parte di raccolte a parte.
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