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 Oggetto del messaggio: Re: 70. Il torneo di Burraco
MessaggioInviato: 30/01/2019, 11:11 
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Il torneo si svolse a cavallo di ferragosto, sfruttando il tendone messo a disposizione da Gianni Togni in occasione del tradizionale raduno natalizio degli AgL.
Gli invitati però notarono che mancavano le patatine fritte e s'incazzarono notevolmente, dato che avevano pagato per un menù completo, comprensivo di: preaperitivo, aperitivo, cannelloni, lasagne, spaghetti alla puttanesca, arrosti misti, cacciagione, cavedani fritti, insalate di Baobab, zampette di panda, scorpioni fritti, julienne di unghie di pecora nera e patate fritte.
Ma le patate mancavano e questa tragica dimenticanza fu causa di uno spiacevole evento.
Gli invitati iniziarono prima a lamentarsi e fare formali lamentele, come per esempio scrivere a mano libera al direttore del giornale Vittorio Feltri. Poi iniziarono ad intonare: "ma vaffanzum zum zum".
Ad un certo punto Carlo Oddone prese coscienza della situazione ed iniziò a dare indicazioni ai suoi scagnozzi per risolvere questo increscioso incidente diplomatico.
Mandò ad ammazzare dieci Gloucester Old Spot e prelevarne il grasso per la produzione in quantità industriale di strutto.
Mise un calderone pieno di strutto sul fuoco, fino a che non raggiunse l'ebollizione e vi gettò 64 Patate Vitelotte. Attese qualche istante e convocò Lele Mora per usarlo come ingrediente segreto, ma lui oppose resistenza e chiamò in soccorso Fonso Signo che, con estrema calma e lentezza, si avvicinò al calderone.
Osservò attentamente il contenuto, ne annusò il profumo, poi s'infilò una mano nei pantaloni e tirò una scoreggia dicendo:
<<"Queste patate sono acerbe, fanno veramente schifo, peggio di quando le cucinò Malgioio!">>
Tolse la mano dai pantaloni e l'annusò, poi prese a dire :
<<"quella della befana puzzava meno">>
Alla fine sentenziò: <<"Buttate tutte le patate dentro quella cariola. Le daremo in pasto ai proci">>.
Però Gianni Togni non concordò e pretese che Lele Mora potesse replicare, ma solamente col bavaglio!
Quindi presero un'asciugamano, bagnandolo con l'olio di frittura, lo avvolsero intorno al suo pene floscio ed accesero un fiammifero avvicinandoglielo, cosicché prese fuoco.
Lele iniziò a correre cercando una pozzanghera piena di urina, ma erano tutte vuote perché qualcuno, probabilmente l'ANAS, le aveva ricoperte di crema cacao.
Continuò così a correre in tondo, ma il fuoco consumò velocemente lo straccio, cominciando a lambire la pelle delle palle e la puzza di bruciato si cominciò a diffondere per tutto lo spazio circostante, facendo scattare il sistema antincendio.
L'acqua scese dal soffitto e dallo scarico della lavatrice, ma anche dalle grondaie ed inondò tutte le stanze, compreso il locale dei server che calcolavano il risultato delle ultime elezioni....
E questo era un problemone, dato che il presidente uscente "Renzo", non voleva abbandonare la propria cadrega. "Sarà stato un sabotaggio?" Pensò il presidente uscente.
Non solo un sabotaggio, ma la storia racconta, che fù un vero e proprio attacco alla sua persona, dato che da quel momento non fu più possibile promuovere nuove iniziative.
Iniziarono cosi ad iniziare le inizializzazioni degli inizianti, iniziando anzitutto ad iniziare dall'iniezione di un tizio in procinto di inizio di iniziazione.
Fù in quell'istante che giunse dall'alto del megafono la voce che rimbombava come un eco: "Il torneo abbia inizio!!!".
Tutti i giocolieri si avvicinarono ai tavoli da

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 Oggetto del messaggio: Re: 70. Il torneo di Burraco
MessaggioInviato: 31/01/2019, 8:50 
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Il torneo si svolse a cavallo di ferragosto, sfruttando il tendone messo a disposizione da Gianni Togni in occasione del tradizionale raduno natalizio degli AgL.
Gli invitati però notarono che mancavano le patatine fritte e s'incazzarono notevolmente, dato che avevano pagato per un menù completo, comprensivo di: preaperitivo, aperitivo, cannelloni, lasagne, spaghetti alla puttanesca, arrosti misti, cacciagione, cavedani fritti, insalate di Baobab, zampette di panda, scorpioni fritti, julienne di unghie di pecora nera e patate fritte.
Ma le patate mancavano e questa tragica dimenticanza fu causa di uno spiacevole evento.
Gli invitati iniziarono prima a lamentarsi e fare formali lamentele, come per esempio scrivere a mano libera al direttore del giornale Vittorio Feltri. Poi iniziarono ad intonare: "ma vaffanzum zum zum".
Ad un certo punto Carlo Oddone prese coscienza della situazione ed iniziò a dare indicazioni ai suoi scagnozzi per risolvere questo increscioso incidente diplomatico.
Mandò ad ammazzare dieci Gloucester Old Spot e prelevarne il grasso per la produzione in quantità industriale di strutto.
Mise un calderone pieno di strutto sul fuoco, fino a che non raggiunse l'ebollizione e vi gettò 64 Patate Vitelotte. Attese qualche istante e convocò Lele Mora per usarlo come ingrediente segreto, ma lui oppose resistenza e chiamò in soccorso Fonso Signo che, con estrema calma e lentezza, si avvicinò al calderone.
Osservò attentamente il contenuto, ne annusò il profumo, poi s'infilò una mano nei pantaloni e tirò una scoreggia dicendo:
<<"Queste patate sono acerbe, fanno veramente schifo, peggio di quando le cucinò Malgioio!">>
Tolse la mano dai pantaloni e l'annusò, poi prese a dire :
<<"quella della befana puzzava meno">>
Alla fine sentenziò: <<"Buttate tutte le patate dentro quella cariola. Le daremo in pasto ai proci">>.
Però Gianni Togni non concordò e pretese che Lele Mora potesse replicare, ma solamente col bavaglio!
Quindi presero un'asciugamano, bagnandolo con l'olio di frittura, lo avvolsero intorno al suo pene floscio ed accesero un fiammifero avvicinandoglielo, cosicché prese fuoco.
Lele iniziò a correre cercando una pozzanghera piena di urina, ma erano tutte vuote perché qualcuno, probabilmente l'ANAS, le aveva ricoperte di crema cacao.
Continuò così a correre in tondo, ma il fuoco consumò velocemente lo straccio, cominciando a lambire la pelle delle palle e la puzza di bruciato si cominciò a diffondere per tutto lo spazio circostante, facendo scattare il sistema antincendio.
L'acqua scese dal soffitto e dallo scarico della lavatrice, ma anche dalle grondaie ed inondò tutte le stanze, compreso il locale dei server che calcolavano il risultato delle ultime elezioni....
E questo era un problemone, dato che il presidente uscente "Renzo", non voleva abbandonare la propria cadrega. "Sarà stato un sabotaggio?" Pensò il presidente uscente.
Non solo un sabotaggio, ma la storia racconta, che fù un vero e proprio attacco alla sua persona, dato che da quel momento non fu più possibile promuovere nuove iniziative.
Iniziarono cosi ad iniziare le inizializzazioni degli inizianti, iniziando anzitutto ad iniziare dall'iniezione di un tizio in procinto di inizio di iniziazione.
Fù in quell'istante che giunse dall'alto del megafono la voce che rimbombava come un eco: "Il torneo abbia inizio!!!".
Tutti i giocolieri si avvicinarono ai tavoli di legno, al collo un

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 Oggetto del messaggio: Re: 70. Il torneo di Burraco
MessaggioInviato: 31/01/2019, 15:39 
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Il torneo si svolse a cavallo di ferragosto, sfruttando il tendone messo a disposizione da Gianni Togni in occasione del tradizionale raduno natalizio degli AgL.
Gli invitati però notarono che mancavano le patatine fritte e s'incazzarono notevolmente, dato che avevano pagato per un menù completo, comprensivo di: preaperitivo, aperitivo, cannelloni, lasagne, spaghetti alla puttanesca, arrosti misti, cacciagione, cavedani fritti, insalate di Baobab, zampette di panda, scorpioni fritti, julienne di unghie di pecora nera e patate fritte.
Ma le patate mancavano e questa tragica dimenticanza fu causa di uno spiacevole evento.
Gli invitati iniziarono prima a lamentarsi e fare formali lamentele, come per esempio scrivere a mano libera al direttore del giornale Vittorio Feltri. Poi iniziarono ad intonare: "ma vaffanzum zum zum".
Ad un certo punto Carlo Oddone prese coscienza della situazione ed iniziò a dare indicazioni ai suoi scagnozzi per risolvere questo increscioso incidente diplomatico.
Mandò ad ammazzare dieci Gloucester Old Spot e prelevarne il grasso per la produzione in quantità industriale di strutto.
Mise un calderone pieno di strutto sul fuoco, fino a che non raggiunse l'ebollizione e vi gettò 64 Patate Vitelotte. Attese qualche istante e convocò Lele Mora per usarlo come ingrediente segreto, ma lui oppose resistenza e chiamò in soccorso Fonso Signo che, con estrema calma e lentezza, si avvicinò al calderone.
Osservò attentamente il contenuto, ne annusò il profumo, poi s'infilò una mano nei pantaloni e tirò una scoreggia dicendo:
<<"Queste patate sono acerbe, fanno veramente schifo, peggio di quando le cucinò Malgioio!">>
Tolse la mano dai pantaloni e l'annusò, poi prese a dire :
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Quindi presero un'asciugamano, bagnandolo con l'olio di frittura, lo avvolsero intorno al suo pene floscio ed accesero un fiammifero avvicinandoglielo, cosicché prese fuoco.
Lele iniziò a correre cercando una pozzanghera piena di urina, ma erano tutte vuote perché qualcuno, probabilmente l'ANAS, le aveva ricoperte di crema cacao.
Continuò così a correre in tondo, ma il fuoco consumò velocemente lo straccio, cominciando a lambire la pelle delle palle e la puzza di bruciato si cominciò a diffondere per tutto lo spazio circostante, facendo scattare il sistema antincendio.
L'acqua scese dal soffitto e dallo scarico della lavatrice, ma anche dalle grondaie ed inondò tutte le stanze, compreso il locale dei server che calcolavano il risultato delle ultime elezioni....
E questo era un problemone, dato che il presidente uscente "Renzo", non voleva abbandonare la propria cadrega. "Sarà stato un sabotaggio?" Pensò il presidente uscente.
Non solo un sabotaggio, ma la storia racconta, che fù un vero e proprio attacco alla sua persona, dato che da quel momento non fu più possibile promuovere nuove iniziative.
Iniziarono cosi ad iniziare le inizializzazioni degli inizianti, iniziando anzitutto ad iniziare dall'iniezione di un tizio in procinto di inizio di iniziazione.
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 Oggetto del messaggio: Re: 70. Il torneo di Burraco
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Gli invitati però notarono che mancavano le patatine fritte e s'incazzarono notevolmente, dato che avevano pagato per un menù completo, comprensivo di: preaperitivo, aperitivo, cannelloni, lasagne, spaghetti alla puttanesca, arrosti misti, cacciagione, cavedani fritti, insalate di Baobab, zampette di panda, scorpioni fritti, julienne di unghie di pecora nera e patate fritte.
Ma le patate mancavano e questa tragica dimenticanza fu causa di uno spiacevole evento.
Gli invitati iniziarono prima a lamentarsi e fare formali lamentele, come per esempio scrivere a mano libera al direttore del giornale Vittorio Feltri. Poi iniziarono ad intonare: "ma vaffanzum zum zum".
Ad un certo punto Carlo Oddone prese coscienza della situazione ed iniziò a dare indicazioni ai suoi scagnozzi per risolvere questo increscioso incidente diplomatico.
Mandò ad ammazzare dieci Gloucester Old Spot e prelevarne il grasso per la produzione in quantità industriale di strutto.
Mise un calderone pieno di strutto sul fuoco, fino a che non raggiunse l'ebollizione e vi gettò 64 Patate Vitelotte. Attese qualche istante e convocò Lele Mora per usarlo come ingrediente segreto, ma lui oppose resistenza e chiamò in soccorso Fonso Signo che, con estrema calma e lentezza, si avvicinò al calderone.
Osservò attentamente il contenuto, ne annusò il profumo, poi s'infilò una mano nei pantaloni e tirò una scoreggia dicendo:
<<"Queste patate sono acerbe, fanno veramente schifo, peggio di quando le cucinò Malgioio!">>
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Quindi presero un'asciugamano, bagnandolo con l'olio di frittura, lo avvolsero intorno al suo pene floscio ed accesero un fiammifero avvicinandoglielo, cosicché prese fuoco.
Lele iniziò a correre cercando una pozzanghera piena di urina, ma erano tutte vuote perché qualcuno, probabilmente l'ANAS, le aveva ricoperte di crema cacao.
Continuò così a correre in tondo, ma il fuoco consumò velocemente lo straccio, cominciando a lambire la pelle delle palle e la puzza di bruciato si cominciò a diffondere per tutto lo spazio circostante, facendo scattare il sistema antincendio.
L'acqua scese dal soffitto e dallo scarico della lavatrice, ma anche dalle grondaie ed inondò tutte le stanze, compreso il locale dei server che calcolavano il risultato delle ultime elezioni....
E questo era un problemone, dato che il presidente uscente "Renzo", non voleva abbandonare la propria cadrega. "Sarà stato un sabotaggio?" Pensò il presidente uscente.
Non solo un sabotaggio, ma la storia racconta, che fù un vero e proprio attacco alla sua persona, dato che da quel momento non fu più possibile promuovere nuove iniziative.
Iniziarono cosi ad iniziare le inizializzazioni degli inizianti, iniziando anzitutto ad iniziare dall'iniezione di un tizio in procinto di inizio di iniziazione.
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Ma le patate mancavano e questa tragica dimenticanza fu causa di uno spiacevole evento.
Gli invitati iniziarono prima a lamentarsi e fare formali lamentele, come per esempio scrivere a mano libera al direttore del giornale Vittorio Feltri. Poi iniziarono ad intonare: "ma vaffanzum zum zum".
Ad un certo punto Carlo Oddone prese coscienza della situazione ed iniziò a dare indicazioni ai suoi scagnozzi per risolvere questo increscioso incidente diplomatico.
Mandò ad ammazzare dieci Gloucester Old Spot e prelevarne il grasso per la produzione in quantità industriale di strutto.
Mise un calderone pieno di strutto sul fuoco, fino a che non raggiunse l'ebollizione e vi gettò 64 Patate Vitelotte. Attese qualche istante e convocò Lele Mora per usarlo come ingrediente segreto, ma lui oppose resistenza e chiamò in soccorso Fonso Signo che, con estrema calma e lentezza, si avvicinò al calderone.
Osservò attentamente il contenuto, ne annusò il profumo, poi s'infilò una mano nei pantaloni e tirò una scoreggia dicendo:
<<"Queste patate sono acerbe, fanno veramente schifo, peggio di quando le cucinò Malgioio!">>
Tolse la mano dai pantaloni e l'annusò, poi prese a dire :
<<"quella della befana puzzava meno">>
Alla fine sentenziò: <<"Buttate tutte le patate dentro quella cariola. Le daremo in pasto ai proci">>.
Però Gianni Togni non concordò e pretese che Lele Mora potesse replicare, ma solamente col bavaglio!
Quindi presero un'asciugamano, bagnandolo con l'olio di frittura, lo avvolsero intorno al suo pene floscio ed accesero un fiammifero avvicinandoglielo, cosicché prese fuoco.
Lele iniziò a correre cercando una pozzanghera piena di urina, ma erano tutte vuote perché qualcuno, probabilmente l'ANAS, le aveva ricoperte di crema cacao.
Continuò così a correre in tondo, ma il fuoco consumò velocemente lo straccio, cominciando a lambire la pelle delle palle e la puzza di bruciato si cominciò a diffondere per tutto lo spazio circostante, facendo scattare il sistema antincendio.
L'acqua scese dal soffitto e dallo scarico della lavatrice, ma anche dalle grondaie ed inondò tutte le stanze, compreso il locale dei server che calcolavano il risultato delle ultime elezioni....
E questo era un problemone, dato che il presidente uscente "Renzo", non voleva abbandonare la propria cadrega. "Sarà stato un sabotaggio?" Pensò il presidente uscente.
Non solo un sabotaggio, ma la storia racconta, che fù un vero e proprio attacco alla sua persona, dato che da quel momento non fu più possibile promuovere nuove iniziative.
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Gli invitati però notarono che mancavano le patatine fritte e s'incazzarono notevolmente, dato che avevano pagato per un menù completo, comprensivo di: preaperitivo, aperitivo, cannelloni, lasagne, spaghetti alla puttanesca, arrosti misti, cacciagione, cavedani fritti, insalate di Baobab, zampette di panda, scorpioni fritti, julienne di unghie di pecora nera e patate fritte.
Ma le patate mancavano e questa tragica dimenticanza fu causa di uno spiacevole evento.
Gli invitati iniziarono prima a lamentarsi e fare formali lamentele, come per esempio scrivere a mano libera al direttore del giornale Vittorio Feltri. Poi iniziarono ad intonare: "ma vaffanzum zum zum".
Ad un certo punto Carlo Oddone prese coscienza della situazione ed iniziò a dare indicazioni ai suoi scagnozzi per risolvere questo increscioso incidente diplomatico.
Mandò ad ammazzare dieci Gloucester Old Spot e prelevarne il grasso per la produzione in quantità industriale di strutto.
Mise un calderone pieno di strutto sul fuoco, fino a che non raggiunse l'ebollizione e vi gettò 64 Patate Vitelotte. Attese qualche istante e convocò Lele Mora per usarlo come ingrediente segreto, ma lui oppose resistenza e chiamò in soccorso Fonso Signo che, con estrema calma e lentezza, si avvicinò al calderone.
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Mandò ad ammazzare dieci Gloucester Old Spot e prelevarne il grasso per la produzione in quantità industriale di strutto.
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Osservò attentamente il contenuto, ne annusò il profumo, poi s'infilò una mano nei pantaloni e tirò una scoreggia dicendo:
<<"Queste patate sono acerbe, fanno veramente schifo, peggio di quando le cucinò Malgioio!">>
Tolse la mano dai pantaloni e l'annusò, poi prese a dire :
<<"quella della befana puzzava meno">>
Alla fine sentenziò: <<"Buttate tutte le patate dentro quella cariola. Le daremo in pasto ai proci">>.
Però Gianni Togni non concordò e pretese che Lele Mora potesse replicare, ma solamente col bavaglio!
Quindi presero un'asciugamano, bagnandolo con l'olio di frittura, lo avvolsero intorno al suo pene floscio ed accesero un fiammifero avvicinandoglielo, cosicché prese fuoco.
Lele iniziò a correre cercando una pozzanghera piena di urina, ma erano tutte vuote perché qualcuno, probabilmente l'ANAS, le aveva ricoperte di crema cacao.
Continuò così a correre in tondo, ma il fuoco consumò velocemente lo straccio, cominciando a lambire la pelle delle palle e la puzza di bruciato si cominciò a diffondere per tutto lo spazio circostante, facendo scattare il sistema antincendio.
L'acqua scese dal soffitto e dallo scarico della lavatrice, ma anche dalle grondaie ed inondò tutte le stanze, compreso il locale dei server che calcolavano il risultato delle ultime elezioni....
E questo era un problemone, dato che il presidente uscente "Renzo", non voleva abbandonare la propria cadrega. "Sarà stato un sabotaggio?" Pensò il presidente uscente.
Non solo un sabotaggio, ma la storia racconta, che fù un vero e proprio attacco alla sua persona, dato che da quel momento non fu più possibile promuovere nuove iniziative.
Iniziarono cosi ad iniziare le inizializzazioni degli inizianti, iniziando anzitutto ad iniziare dall'iniezione di un tizio in procinto di inizio di iniziazione.
Fù in quell'istante che giunse dall'alto del megafono la voce che rimbombava come un eco: "Il torneo abbia inizio!!!".
Tutti i giocolieri si avvicinarono ai tavoli di legno, al collo un monocolo, un mazzo di carte e una lunga catena alla caviglia.
Un pitale venne percosso, modi Gong, sulla testa del mal d'auto.
Il torneo comincio'.

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