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 Oggetto del messaggio: Re: 74- la convention VHEMT
MessaggioInviato: 20/09/2019, 11:52 
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Contessa Francesca Capretta Curva Vacca Augusta doveva il suo nome chilometrico all'altrettanta lunghezza del sesso del compagno: Sir Minchia Long, detto anche "The Realwolfman".
La contessa era avvezza alla Coprofilia ed amava guardare le capre che defecavano lungo il cammino di Santiango de Compostela.
Un giorno, durante una scampagnata per i campi, vide un toro. Incuriosita vi si avvicinò circospetta, estrasse dalla borsetta il fazzoletto rosso ed iniziò a pulirsi il rossetto rosso intonato col vestito rosso.
Il toro cominciò ad infuriarsi ed innalzare i peli del naso, sbuffando muco sul fazzoletto rosso della Contessa, che nel frattempo si era inchinata per raccogliere le margheritine sul verde prato che pullualava di verdi cavallette e decidendo improvvisamente di portare il toro con se.
Arrivò il giorno della convention VHEMT e la contessa si presentò a cavallo del toro più gagliardo di tutta l'Umbria!
All'ingresso dell'AgriUmbria di Bastia però, dovette mostrare il passaporto bovino dell'animale e dimostrare che non provenisse dalle zone di deumanizzazione attive.
Il toro però proveniva forse dalla Dàcia oppure da un vicolo di Kayseri in Cappadocia, quindi non aveva nessun certificato valido, dovette perciò aspettare fuori.
La contessa lo legò all'ingresso, per comodità fissò l'estremità della corda al maniglione antiscivolo.
Fu il panico! Un grandissimo errore!
Il grosso toro scorreggiò e la fiammella pilota della caldaia fece detonare la fiamma, trasformando la coda del bovino in una torcia, ed imbizzarrendo il toro che cominciò a correre divulgando le fiamme.
Tutto attorno prese a spargersi fumo e puzza di cacca. Il panico si diffuse rapidamente. Il relatore prese a gridare al microfono frasi di ogni tipo, insultando chi scappava, con epiteti del genere:
- "vigliacchi! non fuggite ma combattete la vostra paura. Siete solo pecore da monta, la convention lo dimostra"
Da lontano uno rispose:
" Maestro, cosa dovremmo fare?"
Lui replicò:
"Ardete in allegrezza, buttatevi tra le fiamme, ma prima devolvete i vostri testicoli alle grazie di Simon Kimbangu ed i vostri denari al sottoscritto, che ringrazia e vi saluta "caldamente".
Nel frattempo la contessa uscì dalla toilette, dove stava praticando del sesso pomeridiano con un brutale e dotato Mandingo africano e sorrise soddisfatta.
Notò a malapena la confusione che imperversava nello stand, ma non potè ignorare che il suo toro correva verso di lei sventolando la coda incendiata.
Qualche balordo gli aveva anche tirato della benzina, sperando bruciasse del tutto, ma la sua cotenna era cosi spessa che risultò quasi ignifuga.
Tuttavia, la pelle delle palle del toro era quella di Apelle figlio di Apollo, quindi abituata alle alte temperature dovute al carro solare di Trundholm, ma scoppiarono ugualmente ed inevitabilmente, creando una voragine nell'area circostante.
Le colonne che sorreggevano il tetto, chiamato "prepuzio dell'insula Felicles", persero la loro efficacia e stabilità. Si sentì un fragore e si cominciò ad intravedere, tra le nuvole di polvere, delle crepe molto preoccupanti sul soffitto.
Tutto crollò sulle loro teste, il calcestruzzo si sbriciolò come biscotti. Si aprì sotto i loro piedi una buca profonda 16 metri. Molti personaggi sprofondarono, di cui i più grandi sprofondarono più velocemente, dritti dritti all'inferno.
Durante tutto questo marasma, in un angolo nascosto, un bambino era sfuggito al delirio collettivo e si era imbucato dentro un confessionale abbandonato lì dai preti monosillabici tibetani, venuti in pellegrinaggio nel 1968. Si chiamava Marcomigno Marconi, aveva 6 anni ed una intelligenza pari a una scimmia di 40 anni.
Infatti si era chiuso dentro, ma non sapeva come girare la chiave per poter uscire. Fuori continuava ad imperversare

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 Oggetto del messaggio: Re: 74- la convention VHEMT
MessaggioInviato: 20/09/2019, 12:04 
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Contessa Francesca Capretta Curva Vacca Augusta doveva il suo nome chilometrico all'altrettanta lunghezza del sesso del compagno: Sir Minchia Long, detto anche "The Realwolfman".
La contessa era avvezza alla Coprofilia ed amava guardare le capre che defecavano lungo il cammino di Santiango de Compostela.
Un giorno, durante una scampagnata per i campi, vide un toro. Incuriosita vi si avvicinò circospetta, estrasse dalla borsetta il fazzoletto rosso ed iniziò a pulirsi il rossetto rosso intonato col vestito rosso.
Il toro cominciò ad infuriarsi ed innalzare i peli del naso, sbuffando muco sul fazzoletto rosso della Contessa, che nel frattempo si era inchinata per raccogliere le margheritine sul verde prato che pullualava di verdi cavallette e decidendo improvvisamente di portare il toro con se.
Arrivò il giorno della convention VHEMT e la contessa si presentò a cavallo del toro più gagliardo di tutta l'Umbria!
All'ingresso dell'AgriUmbria di Bastia però, dovette mostrare il passaporto bovino dell'animale e dimostrare che non provenisse dalle zone di deumanizzazione attive.
Il toro però proveniva forse dalla Dàcia oppure da un vicolo di Kayseri in Cappadocia, quindi non aveva nessun certificato valido, dovette perciò aspettare fuori.
La contessa lo legò all'ingresso, per comodità fissò l'estremità della corda al maniglione antiscivolo.
Fu il panico! Un grandissimo errore!
Il grosso toro scorreggiò e la fiammella pilota della caldaia fece detonare la fiamma, trasformando la coda del bovino in una torcia, ed imbizzarrendo il toro che cominciò a correre divulgando le fiamme.
Tutto attorno prese a spargersi fumo e puzza di cacca. Il panico si diffuse rapidamente. Il relatore prese a gridare al microfono frasi di ogni tipo, insultando chi scappava, con epiteti del genere:
- "vigliacchi! non fuggite ma combattete la vostra paura. Siete solo pecore da monta, la convention lo dimostra"
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" Maestro, cosa dovremmo fare?"
Lui replicò:
"Ardete in allegrezza, buttatevi tra le fiamme, ma prima devolvete i vostri testicoli alle grazie di Simon Kimbangu ed i vostri denari al sottoscritto, che ringrazia e vi saluta "caldamente".
Nel frattempo la contessa uscì dalla toilette, dove stava praticando del sesso pomeridiano con un brutale e dotato Mandingo africano e sorrise soddisfatta.
Notò a malapena la confusione che imperversava nello stand, ma non potè ignorare che il suo toro correva verso di lei sventolando la coda incendiata.
Qualche balordo gli aveva anche tirato della benzina, sperando bruciasse del tutto, ma la sua cotenna era cosi spessa che risultò quasi ignifuga.
Tuttavia, la pelle delle palle del toro era quella di Apelle figlio di Apollo, quindi abituata alle alte temperature dovute al carro solare di Trundholm, ma scoppiarono ugualmente ed inevitabilmente, creando una voragine nell'area circostante.
Le colonne che sorreggevano il tetto, chiamato "prepuzio dell'insula Felicles", persero la loro efficacia e stabilità. Si sentì un fragore e si cominciò ad intravedere, tra le nuvole di polvere, delle crepe molto preoccupanti sul soffitto.
Tutto crollò sulle loro teste, il calcestruzzo si sbriciolò come biscotti. Si aprì sotto i loro piedi una buca profonda 16 metri. Molti personaggi sprofondarono, di cui i più grandi sprofondarono più velocemente, dritti dritti all'inferno.
Durante tutto questo marasma, in un angolo nascosto, un bambino era sfuggito al delirio collettivo e si era imbucato dentro un confessionale abbandonato lì dai preti monosillabici tibetani, venuti in pellegrinaggio nel 1968. Si chiamava Marcomigno Marconi, aveva 6 anni ed una intelligenza pari a una scimmia di 40 anni.
Infatti si era chiuso dentro, ma non sapeva come girare la chiave per poter uscire. Fuori continuava ad imperversare una furiosa tempesta di

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......"Solo perché non capite certe cose non significa che siano sbagliate"......


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Contessa Francesca Capretta Curva Vacca Augusta doveva il suo nome chilometrico all'altrettanta lunghezza del sesso del compagno: Sir Minchia Long, detto anche "The Realwolfman".
La contessa era avvezza alla Coprofilia ed amava guardare le capre che defecavano lungo il cammino di Santiango de Compostela.
Un giorno, durante una scampagnata per i campi, vide un toro. Incuriosita vi si avvicinò circospetta, estrasse dalla borsetta il fazzoletto rosso ed iniziò a pulirsi il rossetto rosso intonato col vestito rosso.
Il toro cominciò ad infuriarsi ed innalzare i peli del naso, sbuffando muco sul fazzoletto rosso della Contessa, che nel frattempo si era inchinata per raccogliere le margheritine sul verde prato che pullualava di verdi cavallette e decidendo improvvisamente di portare il toro con se.
Arrivò il giorno della convention VHEMT e la contessa si presentò a cavallo del toro più gagliardo di tutta l'Umbria!
All'ingresso dell'AgriUmbria di Bastia però, dovette mostrare il passaporto bovino dell'animale e dimostrare che non provenisse dalle zone di deumanizzazione attive.
Il toro però proveniva forse dalla Dàcia oppure da un vicolo di Kayseri in Cappadocia, quindi non aveva nessun certificato valido, dovette perciò aspettare fuori.
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Tutto attorno prese a spargersi fumo e puzza di cacca. Il panico si diffuse rapidamente. Il relatore prese a gridare al microfono frasi di ogni tipo, insultando chi scappava, con epiteti del genere:
- "vigliacchi! non fuggite ma combattete la vostra paura. Siete solo pecore da monta, la convention lo dimostra"
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Nel frattempo la contessa uscì dalla toilette, dove stava praticando del sesso pomeridiano con un brutale e dotato Mandingo africano e sorrise soddisfatta.
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Qualche balordo gli aveva anche tirato della benzina, sperando bruciasse del tutto, ma la sua cotenna era cosi spessa che risultò quasi ignifuga.
Tuttavia, la pelle delle palle del toro era quella di Apelle figlio di Apollo, quindi abituata alle alte temperature dovute al carro solare di Trundholm, ma scoppiarono ugualmente ed inevitabilmente, creando una voragine nell'area circostante.
Le colonne che sorreggevano il tetto, chiamato "prepuzio dell'insula Felicles", persero la loro efficacia e stabilità. Si sentì un fragore e si cominciò ad intravedere, tra le nuvole di polvere, delle crepe molto preoccupanti sul soffitto.
Tutto crollò sulle loro teste, il calcestruzzo si sbriciolò come biscotti. Si aprì sotto i loro piedi una buca profonda 16 metri. Molti personaggi sprofondarono, di cui i più grandi sprofondarono più velocemente, dritti dritti all'inferno.
Durante tutto questo marasma, in un angolo nascosto, un bambino era sfuggito al delirio collettivo e si era imbucato dentro un confessionale abbandonato lì dai preti monosillabici tibetani, venuti in pellegrinaggio nel 1968. Si chiamava Marcomigno Marconi, aveva 6 anni ed una intelligenza pari a una scimmia di 40 anni.
Infatti si era chiuso dentro, ma non sapeva come girare la chiave per poter uscire. Fuori continuava ad imperversare una furiosa tempesta di fuoco e tutti morirono.

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... o muori da eroe o vivi tanto a lungo da diventare il cattivo ....


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 Oggetto del messaggio: Re: 74- la convention VHEMT
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La contessa era avvezza alla Coprofilia ed amava guardare le capre che defecavano lungo il cammino di Santiango de Compostela.
Un giorno, durante una scampagnata per i campi, vide un toro. Incuriosita vi si avvicinò circospetta, estrasse dalla borsetta il fazzoletto rosso ed iniziò a pulirsi il rossetto rosso intonato col vestito rosso.
Il toro cominciò ad infuriarsi ed innalzare i peli del naso, sbuffando muco sul fazzoletto rosso della Contessa, che nel frattempo si era inchinata per raccogliere le margheritine sul verde prato che pullualava di verdi cavallette e decidendo improvvisamente di portare il toro con se.
Arrivò il giorno della convention VHEMT e la contessa si presentò a cavallo del toro più gagliardo di tutta l'Umbria!
All'ingresso dell'AgriUmbria di Bastia però, dovette mostrare il passaporto bovino dell'animale e dimostrare che non provenisse dalle zone di deumanizzazione attive.
Il toro però proveniva forse dalla Dàcia oppure da un vicolo di Kayseri in Cappadocia, quindi non aveva nessun certificato valido, dovette perciò aspettare fuori.
La contessa lo legò all'ingresso, per comodità fissò l'estremità della corda al maniglione antiscivolo.
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Il grosso toro scorreggiò e la fiammella pilota della caldaia fece detonare la fiamma, trasformando la coda del bovino in una torcia, ed imbizzarrendo il toro che cominciò a correre divulgando le fiamme.
Tutto attorno prese a spargersi fumo e puzza di cacca. Il panico si diffuse rapidamente. Il relatore prese a gridare al microfono frasi di ogni tipo, insultando chi scappava, con epiteti del genere:
- "vigliacchi! non fuggite ma combattete la vostra paura. Siete solo pecore da monta, la convention lo dimostra"
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"Ardete in allegrezza, buttatevi tra le fiamme, ma prima devolvete i vostri testicoli alle grazie di Simon Kimbangu ed i vostri denari al sottoscritto, che ringrazia e vi saluta "caldamente".
Nel frattempo la contessa uscì dalla toilette, dove stava praticando del sesso pomeridiano con un brutale e dotato Mandingo africano e sorrise soddisfatta.
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Qualche balordo gli aveva anche tirato della benzina, sperando bruciasse del tutto, ma la sua cotenna era cosi spessa che risultò quasi ignifuga.
Tuttavia, la pelle delle palle del toro era quella di Apelle figlio di Apollo, quindi abituata alle alte temperature dovute al carro solare di Trundholm, ma scoppiarono ugualmente ed inevitabilmente, creando una voragine nell'area circostante.
Le colonne che sorreggevano il tetto, chiamato "prepuzio dell'insula Felicles", persero la loro efficacia e stabilità. Si sentì un fragore e si cominciò ad intravedere, tra le nuvole di polvere, delle crepe molto preoccupanti sul soffitto.
Tutto crollò sulle loro teste, il calcestruzzo si sbriciolò come biscotti. Si aprì sotto i loro piedi una buca profonda 16 metri. Molti personaggi sprofondarono, di cui i più grandi sprofondarono più velocemente, dritti dritti all'inferno.
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Un giorno, durante una scampagnata per i campi, vide un toro. Incuriosita vi si avvicinò circospetta, estrasse dalla borsetta il fazzoletto rosso ed iniziò a pulirsi il rossetto rosso intonato col vestito rosso.
Il toro cominciò ad infuriarsi ed innalzare i peli del naso, sbuffando muco sul fazzoletto rosso della Contessa, che nel frattempo si era inchinata per raccogliere le margheritine sul verde prato che pullualava di verdi cavallette e decidendo improvvisamente di portare il toro con se.
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Il toro però proveniva forse dalla Dàcia oppure da un vicolo di Kayseri in Cappadocia, quindi non aveva nessun certificato valido, dovette perciò aspettare fuori.
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Tutto attorno prese a spargersi fumo e puzza di cacca. Il panico si diffuse rapidamente. Il relatore prese a gridare al microfono frasi di ogni tipo, insultando chi scappava, con epiteti del genere:
- "vigliacchi! non fuggite ma combattete la vostra paura. Siete solo pecore da monta, la convention lo dimostra"
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Nel frattempo la contessa uscì dalla toilette, dove stava praticando del sesso pomeridiano con un brutale e dotato Mandingo africano e sorrise soddisfatta.
Notò a malapena la confusione che imperversava nello stand, ma non potè ignorare che il suo toro correva verso di lei sventolando la coda incendiata.
Qualche balordo gli aveva anche tirato della benzina, sperando bruciasse del tutto, ma la sua cotenna era cosi spessa che risultò quasi ignifuga.
Tuttavia, la pelle delle palle del toro era quella di Apelle figlio di Apollo, quindi abituata alle alte temperature dovute al carro solare di Trundholm, ma scoppiarono ugualmente ed inevitabilmente, creando una voragine nell'area circostante.
Le colonne che sorreggevano il tetto, chiamato "prepuzio dell'insula Felicles", persero la loro efficacia e stabilità. Si sentì un fragore e si cominciò ad intravedere, tra le nuvole di polvere, delle crepe molto preoccupanti sul soffitto.
Tutto crollò sulle loro teste, il calcestruzzo si sbriciolò come biscotti. Si aprì sotto i loro piedi una buca profonda 16 metri. Molti personaggi sprofondarono, di cui i più grandi sprofondarono più velocemente, dritti dritti all'inferno.
Durante tutto questo marasma, in un angolo nascosto, un bambino era sfuggito al delirio collettivo e si era imbucato dentro un confessionale abbandonato lì dai preti monosillabici tibetani, venuti in pellegrinaggio nel 1968. Si chiamava Marcomigno Marconi, aveva 6 anni ed una intelligenza pari a una scimmia di 40 anni.
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Un giorno, durante una scampagnata per i campi, vide un toro. Incuriosita vi si avvicinò circospetta, estrasse dalla borsetta il fazzoletto rosso ed iniziò a pulirsi il rossetto rosso intonato col vestito rosso.
Il toro cominciò ad infuriarsi ed innalzare i peli del naso, sbuffando muco sul fazzoletto rosso della Contessa, che nel frattempo si era inchinata per raccogliere le margheritine sul verde prato che pullualava di verdi cavallette e decidendo improvvisamente di portare il toro con se.
Arrivò il giorno della convention VHEMT e la contessa si presentò a cavallo del toro più gagliardo di tutta l'Umbria!
All'ingresso dell'AgriUmbria di Bastia però, dovette mostrare il passaporto bovino dell'animale e dimostrare che non provenisse dalle zone di deumanizzazione attive.
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Notò a malapena la confusione che imperversava nello stand, ma non potè ignorare che il suo toro correva verso di lei sventolando la coda incendiata.
Qualche balordo gli aveva anche tirato della benzina, sperando bruciasse del tutto, ma la sua cotenna era cosi spessa che risultò quasi ignifuga.
Tuttavia, la pelle delle palle del toro era quella di Apelle figlio di Apollo, quindi abituata alle alte temperature dovute al carro solare di Trundholm, ma scoppiarono ugualmente ed inevitabilmente, creando una voragine nell'area circostante.
Le colonne che sorreggevano il tetto, chiamato "prepuzio dell'insula Felicles", persero la loro efficacia e stabilità. Si sentì un fragore e si cominciò ad intravedere, tra le nuvole di polvere, delle crepe molto preoccupanti sul soffitto.
Tutto crollò sulle loro teste, il calcestruzzo si sbriciolò come biscotti. Si aprì sotto i loro piedi una buca profonda 16 metri. Molti personaggi sprofondarono, di cui i più grandi sprofondarono più velocemente, dritti dritti all'inferno.
Durante tutto questo marasma, in un angolo nascosto, un bambino era sfuggito al delirio collettivo e si era imbucato dentro un confessionale abbandonato lì dai preti monosillabici tibetani, venuti in pellegrinaggio nel 1968. Si chiamava Marcomigno Marconi, aveva 6 anni ed una intelligenza pari a una scimmia di 40 anni.
Infatti si era chiuso dentro, ma non sapeva come girare la chiave per poter uscire. Fuori continuava ad imperversare una furiosa tempesta di fuoco e tutti morirono abrugiati.
Sempre piu' spaventato Marcomigno si rannicchiò sotto il tavolo imbandito a

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Un giorno, durante una scampagnata per i campi, vide un toro. Incuriosita vi si avvicinò circospetta, estrasse dalla borsetta il fazzoletto rosso ed iniziò a pulirsi il rossetto rosso intonato col vestito rosso.
Il toro cominciò ad infuriarsi ed innalzare i peli del naso, sbuffando muco sul fazzoletto rosso della Contessa, che nel frattempo si era inchinata per raccogliere le margheritine sul verde prato che pullualava di verdi cavallette e decidendo improvvisamente di portare il toro con se.
Arrivò il giorno della convention VHEMT e la contessa si presentò a cavallo del toro più gagliardo di tutta l'Umbria!
All'ingresso dell'AgriUmbria di Bastia però, dovette mostrare il passaporto bovino dell'animale e dimostrare che non provenisse dalle zone di deumanizzazione attive.
Il toro però proveniva forse dalla Dàcia oppure da un vicolo di Kayseri in Cappadocia, quindi non aveva nessun certificato valido, dovette perciò aspettare fuori.
La contessa lo legò all'ingresso, per comodità fissò l'estremità della corda al maniglione antiscivolo.
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Qualche balordo gli aveva anche tirato della benzina, sperando bruciasse del tutto, ma la sua cotenna era cosi spessa che risultò quasi ignifuga.
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Le colonne che sorreggevano il tetto, chiamato "prepuzio dell'insula Felicles", persero la loro efficacia e stabilità. Si sentì un fragore e si cominciò ad intravedere, tra le nuvole di polvere, delle crepe molto preoccupanti sul soffitto.
Tutto crollò sulle loro teste, il calcestruzzo si sbriciolò come biscotti. Si aprì sotto i loro piedi una buca profonda 16 metri. Molti personaggi sprofondarono, di cui i più grandi sprofondarono più velocemente, dritti dritti all'inferno.
Durante tutto questo marasma, in un angolo nascosto, un bambino era sfuggito al delirio collettivo e si era imbucato dentro un confessionale abbandonato lì dai preti monosillabici tibetani, venuti in pellegrinaggio nel 1968. Si chiamava Marcomigno Marconi, aveva 6 anni ed una intelligenza pari a una scimmia di 40 anni.
Infatti si era chiuso dentro, ma non sapeva come girare la chiave per poter uscire. Fuori continuava ad imperversare una furiosa tempesta di fuoco e tutti morirono abrugiati.
Sempre piu' spaventato Marcomigno si rannicchiò sotto il tavolo imbandito dentro al confessionale e

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 Oggetto del messaggio: Re: 74- la convention VHEMT
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Contessa Francesca Capretta Curva Vacca Augusta doveva il suo nome chilometrico all'altrettanta lunghezza del sesso del compagno: Sir Minchia Long, detto anche "The Realwolfman".
La contessa era avvezza alla Coprofilia ed amava guardare le capre che defecavano lungo il cammino di Santiango de Compostela.
Un giorno, durante una scampagnata per i campi, vide un toro. Incuriosita vi si avvicinò circospetta, estrasse dalla borsetta il fazzoletto rosso ed iniziò a pulirsi il rossetto rosso intonato col vestito rosso.
Il toro cominciò ad infuriarsi ed innalzare i peli del naso, sbuffando muco sul fazzoletto rosso della Contessa, che nel frattempo si era inchinata per raccogliere le margheritine sul verde prato che pullualava di verdi cavallette e decidendo improvvisamente di portare il toro con se.
Arrivò il giorno della convention VHEMT e la contessa si presentò a cavallo del toro più gagliardo di tutta l'Umbria!
All'ingresso dell'AgriUmbria di Bastia però, dovette mostrare il passaporto bovino dell'animale e dimostrare che non provenisse dalle zone di deumanizzazione attive.
Il toro però proveniva forse dalla Dàcia oppure da un vicolo di Kayseri in Cappadocia, quindi non aveva nessun certificato valido, dovette perciò aspettare fuori.
La contessa lo legò all'ingresso, per comodità fissò l'estremità della corda al maniglione antiscivolo.
Fu il panico! Un grandissimo errore!
Il grosso toro scorreggiò e la fiammella pilota della caldaia fece detonare la fiamma, trasformando la coda del bovino in una torcia, ed imbizzarrendo il toro che cominciò a correre divulgando le fiamme.
Tutto attorno prese a spargersi fumo e puzza di cacca. Il panico si diffuse rapidamente. Il relatore prese a gridare al microfono frasi di ogni tipo, insultando chi scappava, con epiteti del genere:
- "vigliacchi! non fuggite ma combattete la vostra paura. Siete solo pecore da monta, la convention lo dimostra"
Da lontano uno rispose:
" Maestro, cosa dovremmo fare?"
Lui replicò:
"Ardete in allegrezza, buttatevi tra le fiamme, ma prima devolvete i vostri testicoli alle grazie di Simon Kimbangu ed i vostri denari al sottoscritto, che ringrazia e vi saluta "caldamente".
Nel frattempo la contessa uscì dalla toilette, dove stava praticando del sesso pomeridiano con un brutale e dotato Mandingo africano e sorrise soddisfatta.
Notò a malapena la confusione che imperversava nello stand, ma non potè ignorare che il suo toro correva verso di lei sventolando la coda incendiata.
Qualche balordo gli aveva anche tirato della benzina, sperando bruciasse del tutto, ma la sua cotenna era cosi spessa che risultò quasi ignifuga.
Tuttavia, la pelle delle palle del toro era quella di Apelle figlio di Apollo, quindi abituata alle alte temperature dovute al carro solare di Trundholm, ma scoppiarono ugualmente ed inevitabilmente, creando una voragine nell'area circostante.
Le colonne che sorreggevano il tetto, chiamato "prepuzio dell'insula Felicles", persero la loro efficacia e stabilità. Si sentì un fragore e si cominciò ad intravedere, tra le nuvole di polvere, delle crepe molto preoccupanti sul soffitto.
Tutto crollò sulle loro teste, il calcestruzzo si sbriciolò come biscotti. Si aprì sotto i loro piedi una buca profonda 16 metri. Molti personaggi sprofondarono, di cui i più grandi sprofondarono più velocemente, dritti dritti all'inferno.
Durante tutto questo marasma, in un angolo nascosto, un bambino era sfuggito al delirio collettivo e si era imbucato dentro un confessionale abbandonato lì dai preti monosillabici tibetani, venuti in pellegrinaggio nel 1968. Si chiamava Marcomigno Marconi, aveva 6 anni ed una intelligenza pari a una scimmia di 40 anni.
Infatti si era chiuso dentro, ma non sapeva come girare la chiave per poter uscire. Fuori continuava ad imperversare una furiosa tempesta di fuoco e tutti morirono abrugiati.
Sempre piu' spaventato Marcomigno si rannicchiò sotto il tavolo imbandito dentro al confessionale e coperto con il tappeto

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......"Solo perché non capite certe cose non significa che siano sbagliate"......


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Contessa Francesca Capretta Curva Vacca Augusta doveva il suo nome chilometrico all'altrettanta lunghezza del sesso del compagno: Sir Minchia Long, detto anche "The Realwolfman".
La contessa era avvezza alla Coprofilia ed amava guardare le capre che defecavano lungo il cammino di Santiango de Compostela.
Un giorno, durante una scampagnata per i campi, vide un toro. Incuriosita vi si avvicinò circospetta, estrasse dalla borsetta il fazzoletto rosso ed iniziò a pulirsi il rossetto rosso intonato col vestito rosso.
Il toro cominciò ad infuriarsi ed innalzare i peli del naso, sbuffando muco sul fazzoletto rosso della Contessa, che nel frattempo si era inchinata per raccogliere le margheritine sul verde prato che pullualava di verdi cavallette e decidendo improvvisamente di portare il toro con se.
Arrivò il giorno della convention VHEMT e la contessa si presentò a cavallo del toro più gagliardo di tutta l'Umbria!
All'ingresso dell'AgriUmbria di Bastia però, dovette mostrare il passaporto bovino dell'animale e dimostrare che non provenisse dalle zone di deumanizzazione attive.
Il toro però proveniva forse dalla Dàcia oppure da un vicolo di Kayseri in Cappadocia, quindi non aveva nessun certificato valido, dovette perciò aspettare fuori.
La contessa lo legò all'ingresso, per comodità fissò l'estremità della corda al maniglione antiscivolo.
Fu il panico! Un grandissimo errore!
Il grosso toro scorreggiò e la fiammella pilota della caldaia fece detonare la fiamma, trasformando la coda del bovino in una torcia, ed imbizzarrendo il toro che cominciò a correre divulgando le fiamme.
Tutto attorno prese a spargersi fumo e puzza di cacca. Il panico si diffuse rapidamente. Il relatore prese a gridare al microfono frasi di ogni tipo, insultando chi scappava, con epiteti del genere:
- "vigliacchi! non fuggite ma combattete la vostra paura. Siete solo pecore da monta, la convention lo dimostra"
Da lontano uno rispose:
" Maestro, cosa dovremmo fare?"
Lui replicò:
"Ardete in allegrezza, buttatevi tra le fiamme, ma prima devolvete i vostri testicoli alle grazie di Simon Kimbangu ed i vostri denari al sottoscritto, che ringrazia e vi saluta "caldamente".
Nel frattempo la contessa uscì dalla toilette, dove stava praticando del sesso pomeridiano con un brutale e dotato Mandingo africano e sorrise soddisfatta.
Notò a malapena la confusione che imperversava nello stand, ma non potè ignorare che il suo toro correva verso di lei sventolando la coda incendiata.
Qualche balordo gli aveva anche tirato della benzina, sperando bruciasse del tutto, ma la sua cotenna era cosi spessa che risultò quasi ignifuga.
Tuttavia, la pelle delle palle del toro era simile a quella delle palle di Apelle figlio di Apollo era fatta di pelle di pollo, quindi abituata alle alte temperature dovute al carro solare di Trundholm.
Ma scoppiarono ugualmente ed inevitabilmente, creando una voragine nell'area circostante.
Le colonne che sorreggevano il tetto, chiamato "prepuzio dell'insula Felicles", persero la loro efficacia e stabilità. Si sentì un fragore e si cominciò ad intravedere, tra le nuvole di polvere, delle crepe molto preoccupanti sul soffitto.
Tutto crollò sulle loro teste, il calcestruzzo si sbriciolò come biscotti. Si aprì sotto i loro piedi una buca profonda 16 metri. Molti personaggi sprofondarono, di cui i più grandi sprofondarono più velocemente, dritti dritti all'inferno.
Durante tutto questo marasma, in un angolo nascosto, un bambino era sfuggito al delirio collettivo e si era imbucato dentro un confessionale abbandonato lì dai preti monosillabici tibetani, venuti in pellegrinaggio nel 1968. Si chiamava Marcomigno Marconi, aveva 6 anni ed una intelligenza pari a una scimmia di 40 anni.
Infatti si era chiuso dentro, ma non sapeva come girare la chiave per poter uscire. Fuori continuava ad imperversare una furiosa tempesta di fuoco e tutti morirono abrugiati.
Sempre piu' spaventato Marcomigno si rannicchiò sotto il tavolo imbandito dentro al confessionale e coperto con il tappeto se la fece sotto.

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