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79- Il Generale Pappalardo e i gilet arancioni
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Pagina 14 di 14

Autore:  TritaZ [ 20/08/2020, 9:09 ]
Oggetto del messaggio:  Re: 79- Il Generale Pappalardo e i gilet arancioni

Il Popolo dei gilet arancioni era destinato a sollevare all'attenzione mondiale grandi domande esistenziali, come il crescente bisogno di verdure biologiche e carni affumicate al profumo di Marijuana.
Queste tendenze erano così forti che le reti Fininvest decisero di ignorarli completamente e di dare a Barbara D'Urso l'opportunità di condurre una versione moderna di Colpogrosso.
Lei però rifiutò la conduzione ma si offrì come stellina per mostrare le sue grazie, partendo dalle tette, volumetricamente inesistenti, ma opportunamente gonfiate artificialmente col compressore a schiuma poliuretanica.
Ma la parte posteriore, detta anche fondoschiena, era di gran lunga la più maneggiata a causa dell'avanzare dell'età e del troppo utilizzo delle sue conoscenze che lo aveva tragicamente logorato.
Si rivolse ad un podologo per l'analisi dei pedicelli. Questo era occupato, decise allora di chiamare Enzo Miccio per farsi disegnare un abito sulla misura, ispirandosi alle camice di Costanzo e poter partecipare alla nuova trasmissione della raiset: "Live - sì è la Dursola!" con la storia dei "sette nani".
Però è noto che i nani non guardano la tv, sono piuttosto dediti a lavorare, falciare i boschetti, organizzare orge con Biancaneve e coltivare bambù per costruire dei "dildo ecosostenibili".
Giunse il momento di andare in onda.
Il regista stava dando indicazioni ai nani dalle lunghe mani, quando uno di loro, disse:
era meglio quando era peggio!
Poi si ricordò che il peggio doveva ancora venire e che la D'Urso si stava preparando per il debutto.
Chiamò a raccolta i suoi seguaci, che si pensava potessero essere pieni di diamanti nei pantaloni, invece calandogli le braghe, mostrarono degli insignificanti ugelli, lucidi come diamanti, lunghi come un a Sipincula.
L'era dei grandi seguaci della D'Urso però durò molto poco, tutte le succursali chiusero nell'arco di qualche giorno, l'Audience ebbe un crollo a becco d'anatra, anche perchè la trasmissione faceva letteralmente cagare. Sembrava la fotocopia di "galline da combattimento" di Mara Venierrrre, che già l'originale ti faceva semplicemente venire il bruttomale, ma questo era proprio un male brutto!
Alla luce dei fatti la signora D'Urso, prese atto del totale fallimento, decise di trasformarla in una fiction destinata alla ribalta, chiamandola : "Durzo e la rugosa".
La trama era tutta concentrata sulle avventure di una anziana marmotta, piena di acciacchi ma golosissima di tuberi.
Qualcuno disse che si chiamava Torsona la "magna tuberi", anche se li aveva sempre schifati poiché era allergica alla roba che cresce sottoterra e che dorme fuori!
I carnivoriani inorridirono nel vedere dilagare la tendenza imposta dai "magnatuberi", così cominciarono a fare salsicce di forma all'ungata, aromatizzate al cardamomo, insaccate nelle budella di gallina, condite con coratella d'agnellino.
I tempi stavano cambiando, l'insalata era stata vietata, le granaglie erano state relegate agli animali e bandite dalle tavole ed i cetrioli venduti solo di contrabbando.
I pederasti dovettero smettere di usare la carta igienica. Era stata vietata anche quella perché era fatta con foglie di Fico e questo creava la defogliazione.
I carnivoriani presero l'evento come cattivo presagio e fecero di tutto per mandarli a cagare, anche in virtù del fatto che, con le continue abbuffate di prugne, kiwi, peperoncino e euchessina, dettero vita ad uno spettacolo

Autore:  Blobay [ 20/08/2020, 14:12 ]
Oggetto del messaggio:  Re: 79- Il Generale Pappalardo e i gilet arancioni

Il Popolo dei gilet arancioni era destinato a sollevare all'attenzione mondiale grandi domande esistenziali, come il crescente bisogno di verdure biologiche e carni affumicate al profumo di Marijuana.
Queste tendenze erano così forti che le reti Fininvest decisero di ignorarli completamente e di dare a Barbara D'Urso l'opportunità di condurre una versione moderna di Colpogrosso.
Lei però rifiutò la conduzione ma si offrì come stellina per mostrare le sue grazie, partendo dalle tette, volumetricamente inesistenti, ma opportunamente gonfiate artificialmente col compressore a schiuma poliuretanica.
Ma la parte posteriore, detta anche fondoschiena, era di gran lunga la più maneggiata a causa dell'avanzare dell'età e del troppo utilizzo delle sue conoscenze che lo aveva tragicamente logorato.
Si rivolse ad un podologo per l'analisi dei pedicelli. Questo era occupato, decise allora di chiamare Enzo Miccio per farsi disegnare un abito sulla misura, ispirandosi alle camice di Costanzo e poter partecipare alla nuova trasmissione della raiset: "Live - sì è la Dursola!" con la storia dei "sette nani".
Però è noto che i nani non guardano la tv, sono piuttosto dediti a lavorare, falciare i boschetti, organizzare orge con Biancaneve e coltivare bambù per costruire dei "dildo ecosostenibili".
Giunse il momento di andare in onda.
Il regista stava dando indicazioni ai nani dalle lunghe mani, quando uno di loro, disse:
era meglio quando era peggio!
Poi si ricordò che il peggio doveva ancora venire e che la D'Urso si stava preparando per il debutto.
Chiamò a raccolta i suoi seguaci, che si pensava potessero essere pieni di diamanti nei pantaloni, invece calandogli le braghe, mostrarono degli insignificanti ugelli, lucidi come diamanti, lunghi come un a Sipincula.
L'era dei grandi seguaci della D'Urso però durò molto poco, tutte le succursali chiusero nell'arco di qualche giorno, l'Audience ebbe un crollo a becco d'anatra, anche perchè la trasmissione faceva letteralmente cagare. Sembrava la fotocopia di "galline da combattimento" di Mara Venierrrre, che già l'originale ti faceva semplicemente venire il bruttomale, ma questo era proprio un male brutto!
Alla luce dei fatti la signora D'Urso, prese atto del totale fallimento, decise di trasformarla in una fiction destinata alla ribalta, chiamandola : "Durzo e la rugosa".
La trama era tutta concentrata sulle avventure di una anziana marmotta, piena di acciacchi ma golosissima di tuberi.
Qualcuno disse che si chiamava Torsona la "magna tuberi", anche se li aveva sempre schifati poiché era allergica alla roba che cresce sottoterra e che dorme fuori!
I carnivoriani inorridirono nel vedere dilagare la tendenza imposta dai "magnatuberi", così cominciarono a fare salsicce di forma all'ungata, aromatizzate al cardamomo, insaccate nelle budella di gallina, condite con coratella d'agnellino.
I tempi stavano cambiando, l'insalata era stata vietata, le granaglie erano state relegate agli animali e bandite dalle tavole ed i cetrioli venduti solo di contrabbando.
I pederasti dovettero smettere di usare la carta igienica. Era stata vietata anche quella perché era fatta con foglie di Fico e questo creava la defogliazione.
I carnivoriani presero l'evento come cattivo presagio e fecero di tutto per mandarli a cagare, anche in virtù del fatto che, con le continue abbuffate di prugne, kiwi, peperoncino e euchessina, dettero vita ad uno spettacolo pirotecnico che aveva poco

Autore:  TritaZ [ 21/08/2020, 7:07 ]
Oggetto del messaggio:  Re: 79- Il Generale Pappalardo e i gilet arancioni

Il Popolo dei gilet arancioni era destinato a sollevare all'attenzione mondiale grandi domande esistenziali, come il crescente bisogno di verdure biologiche e carni affumicate al profumo di Marijuana.
Queste tendenze erano così forti che le reti Fininvest decisero di ignorarli completamente e di dare a Barbara D'Urso l'opportunità di condurre una versione moderna di Colpogrosso.
Lei però rifiutò la conduzione ma si offrì come stellina per mostrare le sue grazie, partendo dalle tette, volumetricamente inesistenti, ma opportunamente gonfiate artificialmente col compressore a schiuma poliuretanica.
Ma la parte posteriore, detta anche fondoschiena, era di gran lunga la più maneggiata a causa dell'avanzare dell'età e del troppo utilizzo delle sue conoscenze che lo aveva tragicamente logorato.
Si rivolse ad un podologo per l'analisi dei pedicelli. Questo era occupato, decise allora di chiamare Enzo Miccio per farsi disegnare un abito sulla misura, ispirandosi alle camice di Costanzo e poter partecipare alla nuova trasmissione della raiset: "Live - sì è la Dursola!" con la storia dei "sette nani".
Però è noto che i nani non guardano la tv, sono piuttosto dediti a lavorare, falciare i boschetti, organizzare orge con Biancaneve e coltivare bambù per costruire dei "dildo ecosostenibili".
Giunse il momento di andare in onda.
Il regista stava dando indicazioni ai nani dalle lunghe mani, quando uno di loro, disse:
era meglio quando era peggio!
Poi si ricordò che il peggio doveva ancora venire e che la D'Urso si stava preparando per il debutto.
Chiamò a raccolta i suoi seguaci, che si pensava potessero essere pieni di diamanti nei pantaloni, invece calandogli le braghe, mostrarono degli insignificanti ugelli, lucidi come diamanti, lunghi come un a Sipincula.
L'era dei grandi seguaci della D'Urso però durò molto poco, tutte le succursali chiusero nell'arco di qualche giorno, l'Audience ebbe un crollo a becco d'anatra, anche perchè la trasmissione faceva letteralmente cagare. Sembrava la fotocopia di "galline da combattimento" di Mara Venierrrre, che già l'originale ti faceva semplicemente venire il bruttomale, ma questo era proprio un male brutto!
Alla luce dei fatti la signora D'Urso, prese atto del totale fallimento, decise di trasformarla in una fiction destinata alla ribalta, chiamandola : "Durzo e la rugosa".
La trama era tutta concentrata sulle avventure di una anziana marmotta, piena di acciacchi ma golosissima di tuberi.
Qualcuno disse che si chiamava Torsona la "magna tuberi", anche se li aveva sempre schifati poiché era allergica alla roba che cresce sottoterra e che dorme fuori!
I carnivoriani inorridirono nel vedere dilagare la tendenza imposta dai "magnatuberi", così cominciarono a fare salsicce di forma all'ungata, aromatizzate al cardamomo, insaccate nelle budella di gallina, condite con coratella d'agnellino.
I tempi stavano cambiando, l'insalata era stata vietata, le granaglie erano state relegate agli animali e bandite dalle tavole ed i cetrioli venduti solo di contrabbando.
I pederasti dovettero smettere di usare la carta igienica. Era stata vietata anche quella perché era fatta con foglie di Fico e questo creava la defogliazione.
I carnivoriani presero l'evento come cattivo presagio e fecero di tutto per mandarli a cagare, anche in virtù del fatto che, con le continue abbuffate di prugne, kiwi, peperoncino e euchessina, dettero vita ad uno spettacolo pirotecnico che aveva poco di spettacolare.

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