La Contessa Francesca Capretta Curva Vacca Augusta doveva il suo nome chilometrico all'altrettanta lunghezza del sesso del compagno: Sir Minchia Long, detto anche "The Realwolfman". La contessa era avvezza alla Coprofilia ed amava guardare le capre che defecavano lungo il cammino di Santiango de Compostela. Un giorno, durante una scampagnata per i campi, vide un toro. Incuriosita vi si avvicinò circospetta, estrasse dalla borsetta il fazzoletto rosso ed iniziò a pulirsi il rossetto rosso intonato col vestito rosso. Il toro cominciò ad infuriarsi ed innalzare i peli del naso, sbuffando muco sul fazzoletto rosso della Contessa, che nel frattempo si era inchinata per raccogliere le margheritine sul verde prato che pullualva di verdi cavallette, ma aveva già deciso di portarlo con se. Arrivò il giorno della convention VHEMT e la contessa si presentò a cavallo del toro più gagliardo di tutta l'Umbria! All'ingresso dell'AgriUmbria di Bastia però, dovette mostrare il passaporto bovino dell'animale e dimostrarne che non provenisse dalle zone di deumanizzazione attive. Il toro però proveniva forse dalla Dàcia oppure da un vicolo di Kayseri in Cappadocia, quindi non aveva nessun certificato valido, dovette perciò aspettare fuori. La contessa lo legò fuori dall'ingresso, per comodità fissò l'estremità della corda al maniglione antipanico, grandissimo errore, il grosso
_________________ ......"Solo perché non capite certe cose non significa che siano sbagliate"......
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