Il ritratto doppio dei Duchi di Urbino è considerato l'apoteosi del narcisismo nell'alto medioevo, parere condiviso da molti storici, ma non dai parenti suoi, nè dai cittadini della splendida Urbino. Da qui i critici iniziarono a disquisire sulla forma del naso: è una forma equina o una forma aquilina??? Di sicuro una forma di formaggio sarebbe stata più apprezzata e di sicuro la forma fisica non rappresentava propriamente quella di Arnold Schwarzenegger, ma era più vicina a quella di Fracchia la belva umana... da vecchio. Eppure il fascino del potere si sa, attrae le donne, infatti Battista Sforza ne era attratta, ma non aveva il coraggio di parlarne in pubblico, dato lo strano aspetto della sua acconciatura, tuttavia, sarebbe stata disponibile a cambiare l'attaccatura della frangia di chiunque, tranne la sua che restava altissima. Decise di farsi incidere a fuoco il punto G, ma ci ripensò appena vide l'attrezzo infuocato. Per la paura chiese di raffreddarlo, ma il maestro del mestiere fece cenno di no al "macellaio" che doveva eseguire l'operazione. Il motivo era legato alla sua incrollabile dedizione al lavoro, disse: "se ci soffi il fuoco deve elevare le sue fiamme. Se non lo fai si affloscia tutto e per fare l'Ordalia bisognerebbe accendere la muffola elettrica...quindi soffia perdio !!!!!" La smorfia di dolore si trasformò in un urlo di estasi, come Fantozzi disse: "come è umano lei !!!" dopodichè corse su per le scale fino al tetto e cacciò un'urlo. La sentì l'archangelo Gabriele, che avvertì addirittura Yahweh. Fu così che il lamento echeggiò nell'intero firmamento. Gli angeli ed i diavoli cominciarono ad essere amici e festeggiarono insieme il ritorno improvviso del più temibile: Vaas Montenegro, l'antagonista secondario di Jack Carver nonchè ex capo dei berretti Chupalla. A questo punto, ispirato da tanta creatività, decise di ridipingere il ritratto sui muri di tutto il BurjKhalifa usando dei colori primari tipo il pantone 1245. L'opera stava venendo bene. Era estremamente realistica, quasi indistinguibile tra vero e falso. Un fantastico intreccio tra mistico e mastice dal profumo di astice. Colori così accesi che per osservarla bisognava allontanarsi, per evitare di essere accecati da tanto bagliore. Il critico d'arte Vittorio Sgarbato fu invitato a recensire questa opera, la prima parola fu: "capra!". Una capra rispose: "cosa vuole da me?" Ma Vittorio incurante continuò con forti esclamazioni, tipo: "sono pronto a baciarti il fondo schiena se necessario maledetta capra" Così la capra si appecorò alzando la coda e mostrando la propria femminilità. Vittorio, già arrapato di suo, calandosi le mutande, si appecorò anch'egli, sperando di poter avere l'attenzione di un caprone. Infatti un Markhor adulto lo ignorò, passando oltre
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