Oggi lezione di Tecnologia.
Come si progettano le supposte?... una domanda che tutti quanti ci siamo fatti almeno una volta nella vita.
E chi è che decide che la forma è quella giusta, per far si che l'organo deputato a inglobarsela, non abbia traumi o difficoltà?
Bene, la risposta è dentro di voi... che però è sbagliata!
La progettazione della supposta si avvale di un macchinario di altissima tecnologia: La galleria del vento.
Ora voi direte: "Se questo non mi spiega come funziona la galleria del vento gli mando una mail-bomb!!!", ed io per non rischiare... tosto, ve lo spiego immediatamente con tanto di figure.
Dunque, l'impianto è costituito da un circuito chiuso a sviluppo orizzontale che consente di disporre di due sezioni di prova: quella ad alta velocità per applicazioni tipiche dell'ingegneria aerospaziale e quella a bassa velocità e grandi dimensioni, ricavata nel circuito di ritorno, per applicazioni tipiche dell'ingegneria del vento ed ambientale.
Fig.1
A valle del diffusore è installato il generatore di flusso costituito da 14 ventilatori, ciascuno dotato di 12 pale, disposti su due file da 7 alloggiamenti indipendenti da 2x2m ciascuno, per un totale di 1.4 MW di potenza installata, che consente il raggiungimento di 55 m/s (200 Km/h). 14 inverter indipendenti consentono di controllare la velocità di rotazione di ogni singolo ventilatore, consentendo di riprodurre in camera di prova profili di velocità che simulano differenti condizioni di impiego e diverse scale geometriche. L'impianto è controllato da un PLC e da una rete interna, in grado di controllare un centinaio di trasduttori dedicati al rilievo dei più importanti parametri di flusso e di funzionamento.
Fig.2
Bene, fatta questa piccola disquisizione tecnica, il prototipo della suppostina fatto in resina viene apposto in un adeguato supporto e, fattala partire, la macchina genera una corrente di aria che viene studiata e che in definitiva modella la nostra supposta.
Veniamo ora al test di funzionalità: Si predispone un apposito tester in posizione corretta. Fig.3
Si posiziona la supposta appena creata con la punta verso l'orefizio e si effettua una leggera forza nella parte piatta. Mediante una telecamera si riprende la faccia del tester.
Si analizzano le smorfie e, mediante un'apposita tabella comparativa, si decide se la forma è compatibile o meno.Ancora una volta è stata data una risposta scientifica ad un vostro dubbio assillante.
Tenetemi caro, non ci sono sempre!
Rob