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 Oggetto del messaggio: Re: 74- la convention VHEMT
MessaggioInviato: 09/09/2019, 9:31 
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Contessa Francesca Capretta Curva Vacca Augusta doveva il suo nome chilometrico all'altrettanta lunghezza del sesso del compagno: Sir Minchia Long, detto anche "The Realwolfman".
La contessa era avvezza alla Coprofilia ed amava guardare le capre che defecavano lungo il cammino di Santiango de Compostela.
Un giorno, durante una scampagnata per i campi, vide un toro. Incuriosita vi si avvicinò circospetta, estrasse dalla borsetta il fazzoletto rosso ed iniziò a pulirsi il rossetto rosso intonato col vestito rosso.
Il toro cominciò ad infuriarsi ed innalzare i peli del naso, sbuffando muco sul fazzoletto rosso della Contessa, che nel frattempo si era inchinata per raccogliere le margheritine sul verde prato che pullualava di verdi cavallette e decidendo improvvisamente di portare il toro con se.
Arrivò il giorno della convention VHEMT e la contessa si presentò a cavallo del toro più gagliardo di tutta l'Umbria!
All'ingresso dell'AgriUmbria di Bastia però, dovette mostrare il passaporto bovino dell'animale e dimostrare che non provenisse dalle zone di deumanizzazione attive.
Il toro però proveniva forse dalla Dàcia oppure da un vicolo di Kayseri in Cappadocia, quindi non aveva nessun certificato valido, dovette perciò aspettare fuori.
La contessa lo legò all'ingresso, per comodità fissò l'estremità della corda al maniglione antiscivolo.
Fu il panico! Un grandissimo errore!
Il grosso toro scorreggiò e la fiammella pilota della caldaia fece detonare la fiamma, trasformando la coda del bovino in una torcia, ed imbizzarrendo il toro che cominciò a correre divulgando le fiamme.
Tutto attorno prese a spargersi fumo e puzza di cacca. Il panico si diffuse rapidamente. Il relatore prese a gridare al microfono frasi di ogni tipo, insultando chi scappava, con epiteti del genere:
- "vigliacchi! non fuggite ma combattete la vostra paura. Siete solo pecore da monta, la convention lo dimostra"
Da lontano uno rispose:
" Maestro, cosa dovremmo fare?"
Lui replicò:
"Ardete in allegrezza, buttatevi tra le fiamme, ma prima devolvete i vostri testicoli alle grazie di Simon Kimbangu ed i vostri denari al sottoscritto, che ringrazia e vi saluta "caldamente".
Nel frattempo la contessa uscì dalla toilette, dove stava praticando del sesso pomeridiano con un brutale e dotato Mandingo africano e sorrise soddisfatta.
Notò a malapena la confusione che imperversava nello stand, ma non potè ignorare che il suo toro correva verso di lei sventolando la coda incendiata.
Qualche balordo gli aveva anche tirato della benzina, sperando bruciasse del tutto, ma la sua cotenna era cosi spessa che risultò quasi ignifuga.
Tuttavia, la pelle delle palle del toro, era quella di Apelle figlio di Apollo, quindi abituata alle alte temperature, ma scoppiarono

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......"Solo perché non capite certe cose non significa che siano sbagliate"......


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 Oggetto del messaggio: Re: 74- la convention VHEMT
MessaggioInviato: 09/09/2019, 10:38 
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Contessa Francesca Capretta Curva Vacca Augusta doveva il suo nome chilometrico all'altrettanta lunghezza del sesso del compagno: Sir Minchia Long, detto anche "The Realwolfman".
La contessa era avvezza alla Coprofilia ed amava guardare le capre che defecavano lungo il cammino di Santiango de Compostela.
Un giorno, durante una scampagnata per i campi, vide un toro. Incuriosita vi si avvicinò circospetta, estrasse dalla borsetta il fazzoletto rosso ed iniziò a pulirsi il rossetto rosso intonato col vestito rosso.
Il toro cominciò ad infuriarsi ed innalzare i peli del naso, sbuffando muco sul fazzoletto rosso della Contessa, che nel frattempo si era inchinata per raccogliere le margheritine sul verde prato che pullualava di verdi cavallette e decidendo improvvisamente di portare il toro con se.
Arrivò il giorno della convention VHEMT e la contessa si presentò a cavallo del toro più gagliardo di tutta l'Umbria!
All'ingresso dell'AgriUmbria di Bastia però, dovette mostrare il passaporto bovino dell'animale e dimostrare che non provenisse dalle zone di deumanizzazione attive.
Il toro però proveniva forse dalla Dàcia oppure da un vicolo di Kayseri in Cappadocia, quindi non aveva nessun certificato valido, dovette perciò aspettare fuori.
La contessa lo legò all'ingresso, per comodità fissò l'estremità della corda al maniglione antiscivolo.
Fu il panico! Un grandissimo errore!
Il grosso toro scorreggiò e la fiammella pilota della caldaia fece detonare la fiamma, trasformando la coda del bovino in una torcia, ed imbizzarrendo il toro che cominciò a correre divulgando le fiamme.
Tutto attorno prese a spargersi fumo e puzza di cacca. Il panico si diffuse rapidamente. Il relatore prese a gridare al microfono frasi di ogni tipo, insultando chi scappava, con epiteti del genere:
- "vigliacchi! non fuggite ma combattete la vostra paura. Siete solo pecore da monta, la convention lo dimostra"
Da lontano uno rispose:
" Maestro, cosa dovremmo fare?"
Lui replicò:
"Ardete in allegrezza, buttatevi tra le fiamme, ma prima devolvete i vostri testicoli alle grazie di Simon Kimbangu ed i vostri denari al sottoscritto, che ringrazia e vi saluta "caldamente".
Nel frattempo la contessa uscì dalla toilette, dove stava praticando del sesso pomeridiano con un brutale e dotato Mandingo africano e sorrise soddisfatta.
Notò a malapena la confusione che imperversava nello stand, ma non potè ignorare che il suo toro correva verso di lei sventolando la coda incendiata.
Qualche balordo gli aveva anche tirato della benzina, sperando bruciasse del tutto, ma la sua cotenna era cosi spessa che risultò quasi ignifuga.
Tuttavia, la pelle delle palle del toro era quella di Apelle figlio di Apollo, quindi abituata alle alte temperature dovute al carro solare, ma scoppiarono

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 Oggetto del messaggio: Re: 74- la convention VHEMT
MessaggioInviato: 11/09/2019, 8:20 
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La contessa era avvezza alla Coprofilia ed amava guardare le capre che defecavano lungo il cammino di Santiango de Compostela.
Un giorno, durante una scampagnata per i campi, vide un toro. Incuriosita vi si avvicinò circospetta, estrasse dalla borsetta il fazzoletto rosso ed iniziò a pulirsi il rossetto rosso intonato col vestito rosso.
Il toro cominciò ad infuriarsi ed innalzare i peli del naso, sbuffando muco sul fazzoletto rosso della Contessa, che nel frattempo si era inchinata per raccogliere le margheritine sul verde prato che pullualava di verdi cavallette e decidendo improvvisamente di portare il toro con se.
Arrivò il giorno della convention VHEMT e la contessa si presentò a cavallo del toro più gagliardo di tutta l'Umbria!
All'ingresso dell'AgriUmbria di Bastia però, dovette mostrare il passaporto bovino dell'animale e dimostrare che non provenisse dalle zone di deumanizzazione attive.
Il toro però proveniva forse dalla Dàcia oppure da un vicolo di Kayseri in Cappadocia, quindi non aveva nessun certificato valido, dovette perciò aspettare fuori.
La contessa lo legò all'ingresso, per comodità fissò l'estremità della corda al maniglione antiscivolo.
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Il grosso toro scorreggiò e la fiammella pilota della caldaia fece detonare la fiamma, trasformando la coda del bovino in una torcia, ed imbizzarrendo il toro che cominciò a correre divulgando le fiamme.
Tutto attorno prese a spargersi fumo e puzza di cacca. Il panico si diffuse rapidamente. Il relatore prese a gridare al microfono frasi di ogni tipo, insultando chi scappava, con epiteti del genere:
- "vigliacchi! non fuggite ma combattete la vostra paura. Siete solo pecore da monta, la convention lo dimostra"
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" Maestro, cosa dovremmo fare?"
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Nel frattempo la contessa uscì dalla toilette, dove stava praticando del sesso pomeridiano con un brutale e dotato Mandingo africano e sorrise soddisfatta.
Notò a malapena la confusione che imperversava nello stand, ma non potè ignorare che il suo toro correva verso di lei sventolando la coda incendiata.
Qualche balordo gli aveva anche tirato della benzina, sperando bruciasse del tutto, ma la sua cotenna era cosi spessa che risultò quasi ignifuga.
Tuttavia, la pelle delle palle del toro era quella di Apelle figlio di Apollo, quindi abituata alle alte temperature dovute al carro solare, ma scoppiarono inevitabilmente, creando una voragine

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La contessa era avvezza alla Coprofilia ed amava guardare le capre che defecavano lungo il cammino di Santiango de Compostela.
Un giorno, durante una scampagnata per i campi, vide un toro. Incuriosita vi si avvicinò circospetta, estrasse dalla borsetta il fazzoletto rosso ed iniziò a pulirsi il rossetto rosso intonato col vestito rosso.
Il toro cominciò ad infuriarsi ed innalzare i peli del naso, sbuffando muco sul fazzoletto rosso della Contessa, che nel frattempo si era inchinata per raccogliere le margheritine sul verde prato che pullualava di verdi cavallette e decidendo improvvisamente di portare il toro con se.
Arrivò il giorno della convention VHEMT e la contessa si presentò a cavallo del toro più gagliardo di tutta l'Umbria!
All'ingresso dell'AgriUmbria di Bastia però, dovette mostrare il passaporto bovino dell'animale e dimostrare che non provenisse dalle zone di deumanizzazione attive.
Il toro però proveniva forse dalla Dàcia oppure da un vicolo di Kayseri in Cappadocia, quindi non aveva nessun certificato valido, dovette perciò aspettare fuori.
La contessa lo legò all'ingresso, per comodità fissò l'estremità della corda al maniglione antiscivolo.
Fu il panico! Un grandissimo errore!
Il grosso toro scorreggiò e la fiammella pilota della caldaia fece detonare la fiamma, trasformando la coda del bovino in una torcia, ed imbizzarrendo il toro che cominciò a correre divulgando le fiamme.
Tutto attorno prese a spargersi fumo e puzza di cacca. Il panico si diffuse rapidamente. Il relatore prese a gridare al microfono frasi di ogni tipo, insultando chi scappava, con epiteti del genere:
- "vigliacchi! non fuggite ma combattete la vostra paura. Siete solo pecore da monta, la convention lo dimostra"
Da lontano uno rispose:
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"Ardete in allegrezza, buttatevi tra le fiamme, ma prima devolvete i vostri testicoli alle grazie di Simon Kimbangu ed i vostri denari al sottoscritto, che ringrazia e vi saluta "caldamente".
Nel frattempo la contessa uscì dalla toilette, dove stava praticando del sesso pomeridiano con un brutale e dotato Mandingo africano e sorrise soddisfatta.
Notò a malapena la confusione che imperversava nello stand, ma non potè ignorare che il suo toro correva verso di lei sventolando la coda incendiata.
Qualche balordo gli aveva anche tirato della benzina, sperando bruciasse del tutto, ma la sua cotenna era cosi spessa che risultò quasi ignifuga.
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Un giorno, durante una scampagnata per i campi, vide un toro. Incuriosita vi si avvicinò circospetta, estrasse dalla borsetta il fazzoletto rosso ed iniziò a pulirsi il rossetto rosso intonato col vestito rosso.
Il toro cominciò ad infuriarsi ed innalzare i peli del naso, sbuffando muco sul fazzoletto rosso della Contessa, che nel frattempo si era inchinata per raccogliere le margheritine sul verde prato che pullualava di verdi cavallette e decidendo improvvisamente di portare il toro con se.
Arrivò il giorno della convention VHEMT e la contessa si presentò a cavallo del toro più gagliardo di tutta l'Umbria!
All'ingresso dell'AgriUmbria di Bastia però, dovette mostrare il passaporto bovino dell'animale e dimostrare che non provenisse dalle zone di deumanizzazione attive.
Il toro però proveniva forse dalla Dàcia oppure da un vicolo di Kayseri in Cappadocia, quindi non aveva nessun certificato valido, dovette perciò aspettare fuori.
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Tutto attorno prese a spargersi fumo e puzza di cacca. Il panico si diffuse rapidamente. Il relatore prese a gridare al microfono frasi di ogni tipo, insultando chi scappava, con epiteti del genere:
- "vigliacchi! non fuggite ma combattete la vostra paura. Siete solo pecore da monta, la convention lo dimostra"
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" Maestro, cosa dovremmo fare?"
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"Ardete in allegrezza, buttatevi tra le fiamme, ma prima devolvete i vostri testicoli alle grazie di Simon Kimbangu ed i vostri denari al sottoscritto, che ringrazia e vi saluta "caldamente".
Nel frattempo la contessa uscì dalla toilette, dove stava praticando del sesso pomeridiano con un brutale e dotato Mandingo africano e sorrise soddisfatta.
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Qualche balordo gli aveva anche tirato della benzina, sperando bruciasse del tutto, ma la sua cotenna era cosi spessa che risultò quasi ignifuga.
Tuttavia, la pelle delle palle del toro era quella di Apelle figlio di Apollo, quindi abituata alle alte temperature dovute al carro solare di Trundholm, ma scoppiarono ugualmente ed inevitabilmente, creando una voragine nell'area circostante. Le

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Un giorno, durante una scampagnata per i campi, vide un toro. Incuriosita vi si avvicinò circospetta, estrasse dalla borsetta il fazzoletto rosso ed iniziò a pulirsi il rossetto rosso intonato col vestito rosso.
Il toro cominciò ad infuriarsi ed innalzare i peli del naso, sbuffando muco sul fazzoletto rosso della Contessa, che nel frattempo si era inchinata per raccogliere le margheritine sul verde prato che pullualava di verdi cavallette e decidendo improvvisamente di portare il toro con se.
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Il toro però proveniva forse dalla Dàcia oppure da un vicolo di Kayseri in Cappadocia, quindi non aveva nessun certificato valido, dovette perciò aspettare fuori.
La contessa lo legò all'ingresso, per comodità fissò l'estremità della corda al maniglione antiscivolo.
Fu il panico! Un grandissimo errore!
Il grosso toro scorreggiò e la fiammella pilota della caldaia fece detonare la fiamma, trasformando la coda del bovino in una torcia, ed imbizzarrendo il toro che cominciò a correre divulgando le fiamme.
Tutto attorno prese a spargersi fumo e puzza di cacca. Il panico si diffuse rapidamente. Il relatore prese a gridare al microfono frasi di ogni tipo, insultando chi scappava, con epiteti del genere:
- "vigliacchi! non fuggite ma combattete la vostra paura. Siete solo pecore da monta, la convention lo dimostra"
Da lontano uno rispose:
" Maestro, cosa dovremmo fare?"
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"Ardete in allegrezza, buttatevi tra le fiamme, ma prima devolvete i vostri testicoli alle grazie di Simon Kimbangu ed i vostri denari al sottoscritto, che ringrazia e vi saluta "caldamente".
Nel frattempo la contessa uscì dalla toilette, dove stava praticando del sesso pomeridiano con un brutale e dotato Mandingo africano e sorrise soddisfatta.
Notò a malapena la confusione che imperversava nello stand, ma non potè ignorare che il suo toro correva verso di lei sventolando la coda incendiata.
Qualche balordo gli aveva anche tirato della benzina, sperando bruciasse del tutto, ma la sua cotenna era cosi spessa che risultò quasi ignifuga.
Tuttavia, la pelle delle palle del toro era quella di Apelle figlio di Apollo, quindi abituata alle alte temperature dovute al carro solare di Trundholm, ma scoppiarono ugualmente ed inevitabilmente, creando una voragine nell'area circostante.
Le colonne che sorreggevano il

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La contessa era avvezza alla Coprofilia ed amava guardare le capre che defecavano lungo il cammino di Santiango de Compostela.
Un giorno, durante una scampagnata per i campi, vide un toro. Incuriosita vi si avvicinò circospetta, estrasse dalla borsetta il fazzoletto rosso ed iniziò a pulirsi il rossetto rosso intonato col vestito rosso.
Il toro cominciò ad infuriarsi ed innalzare i peli del naso, sbuffando muco sul fazzoletto rosso della Contessa, che nel frattempo si era inchinata per raccogliere le margheritine sul verde prato che pullualava di verdi cavallette e decidendo improvvisamente di portare il toro con se.
Arrivò il giorno della convention VHEMT e la contessa si presentò a cavallo del toro più gagliardo di tutta l'Umbria!
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Il toro però proveniva forse dalla Dàcia oppure da un vicolo di Kayseri in Cappadocia, quindi non aveva nessun certificato valido, dovette perciò aspettare fuori.
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Fu il panico! Un grandissimo errore!
Il grosso toro scorreggiò e la fiammella pilota della caldaia fece detonare la fiamma, trasformando la coda del bovino in una torcia, ed imbizzarrendo il toro che cominciò a correre divulgando le fiamme.
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Le colonne che sorreggevano il prepuzio persero la loro

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Un giorno, durante una scampagnata per i campi, vide un toro. Incuriosita vi si avvicinò circospetta, estrasse dalla borsetta il fazzoletto rosso ed iniziò a pulirsi il rossetto rosso intonato col vestito rosso.
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Arrivò il giorno della convention VHEMT e la contessa si presentò a cavallo del toro più gagliardo di tutta l'Umbria!
All'ingresso dell'AgriUmbria di Bastia però, dovette mostrare il passaporto bovino dell'animale e dimostrare che non provenisse dalle zone di deumanizzazione attive.
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La contessa lo legò all'ingresso, per comodità fissò l'estremità della corda al maniglione antiscivolo.
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Il grosso toro scorreggiò e la fiammella pilota della caldaia fece detonare la fiamma, trasformando la coda del bovino in una torcia, ed imbizzarrendo il toro che cominciò a correre divulgando le fiamme.
Tutto attorno prese a spargersi fumo e puzza di cacca. Il panico si diffuse rapidamente. Il relatore prese a gridare al microfono frasi di ogni tipo, insultando chi scappava, con epiteti del genere:
- "vigliacchi! non fuggite ma combattete la vostra paura. Siete solo pecore da monta, la convention lo dimostra"
Da lontano uno rispose:
" Maestro, cosa dovremmo fare?"
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"Ardete in allegrezza, buttatevi tra le fiamme, ma prima devolvete i vostri testicoli alle grazie di Simon Kimbangu ed i vostri denari al sottoscritto, che ringrazia e vi saluta "caldamente".
Nel frattempo la contessa uscì dalla toilette, dove stava praticando del sesso pomeridiano con un brutale e dotato Mandingo africano e sorrise soddisfatta.
Notò a malapena la confusione che imperversava nello stand, ma non potè ignorare che il suo toro correva verso di lei sventolando la coda incendiata.
Qualche balordo gli aveva anche tirato della benzina, sperando bruciasse del tutto, ma la sua cotenna era cosi spessa che risultò quasi ignifuga.
Tuttavia, la pelle delle palle del toro era quella di Apelle figlio di Apollo, quindi abituata alle alte temperature dovute al carro solare di Trundholm, ma scoppiarono ugualmente ed inevitabilmente, creando una voragine nell'area circostante.
Le colonne che sorreggevano il "prepuzio dell'insula Felicles" persero la loro efficacia

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La contessa era avvezza alla Coprofilia ed amava guardare le capre che defecavano lungo il cammino di Santiango de Compostela.
Un giorno, durante una scampagnata per i campi, vide un toro. Incuriosita vi si avvicinò circospetta, estrasse dalla borsetta il fazzoletto rosso ed iniziò a pulirsi il rossetto rosso intonato col vestito rosso.
Il toro cominciò ad infuriarsi ed innalzare i peli del naso, sbuffando muco sul fazzoletto rosso della Contessa, che nel frattempo si era inchinata per raccogliere le margheritine sul verde prato che pullualava di verdi cavallette e decidendo improvvisamente di portare il toro con se.
Arrivò il giorno della convention VHEMT e la contessa si presentò a cavallo del toro più gagliardo di tutta l'Umbria!
All'ingresso dell'AgriUmbria di Bastia però, dovette mostrare il passaporto bovino dell'animale e dimostrare che non provenisse dalle zone di deumanizzazione attive.
Il toro però proveniva forse dalla Dàcia oppure da un vicolo di Kayseri in Cappadocia, quindi non aveva nessun certificato valido, dovette perciò aspettare fuori.
La contessa lo legò all'ingresso, per comodità fissò l'estremità della corda al maniglione antiscivolo.
Fu il panico! Un grandissimo errore!
Il grosso toro scorreggiò e la fiammella pilota della caldaia fece detonare la fiamma, trasformando la coda del bovino in una torcia, ed imbizzarrendo il toro che cominciò a correre divulgando le fiamme.
Tutto attorno prese a spargersi fumo e puzza di cacca. Il panico si diffuse rapidamente. Il relatore prese a gridare al microfono frasi di ogni tipo, insultando chi scappava, con epiteti del genere:
- "vigliacchi! non fuggite ma combattete la vostra paura. Siete solo pecore da monta, la convention lo dimostra"
Da lontano uno rispose:
" Maestro, cosa dovremmo fare?"
Lui replicò:
"Ardete in allegrezza, buttatevi tra le fiamme, ma prima devolvete i vostri testicoli alle grazie di Simon Kimbangu ed i vostri denari al sottoscritto, che ringrazia e vi saluta "caldamente".
Nel frattempo la contessa uscì dalla toilette, dove stava praticando del sesso pomeridiano con un brutale e dotato Mandingo africano e sorrise soddisfatta.
Notò a malapena la confusione che imperversava nello stand, ma non potè ignorare che il suo toro correva verso di lei sventolando la coda incendiata.
Qualche balordo gli aveva anche tirato della benzina, sperando bruciasse del tutto, ma la sua cotenna era cosi spessa che risultò quasi ignifuga.
Tuttavia, la pelle delle palle del toro era quella di Apelle figlio di Apollo, quindi abituata alle alte temperature dovute al carro solare di Trundholm, ma scoppiarono ugualmente ed inevitabilmente, creando una voragine nell'area circostante.
Le colonne che sorreggevano il "prepuzio dell'insula Felicles" persero la loro efficacia e stabilità, si senti

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......"Solo perché non capite certe cose non significa che siano sbagliate"......


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 Oggetto del messaggio: Re: 74- la convention VHEMT
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Contessa Francesca Capretta Curva Vacca Augusta doveva il suo nome chilometrico all'altrettanta lunghezza del sesso del compagno: Sir Minchia Long, detto anche "The Realwolfman".
La contessa era avvezza alla Coprofilia ed amava guardare le capre che defecavano lungo il cammino di Santiango de Compostela.
Un giorno, durante una scampagnata per i campi, vide un toro. Incuriosita vi si avvicinò circospetta, estrasse dalla borsetta il fazzoletto rosso ed iniziò a pulirsi il rossetto rosso intonato col vestito rosso.
Il toro cominciò ad infuriarsi ed innalzare i peli del naso, sbuffando muco sul fazzoletto rosso della Contessa, che nel frattempo si era inchinata per raccogliere le margheritine sul verde prato che pullualava di verdi cavallette e decidendo improvvisamente di portare il toro con se.
Arrivò il giorno della convention VHEMT e la contessa si presentò a cavallo del toro più gagliardo di tutta l'Umbria!
All'ingresso dell'AgriUmbria di Bastia però, dovette mostrare il passaporto bovino dell'animale e dimostrare che non provenisse dalle zone di deumanizzazione attive.
Il toro però proveniva forse dalla Dàcia oppure da un vicolo di Kayseri in Cappadocia, quindi non aveva nessun certificato valido, dovette perciò aspettare fuori.
La contessa lo legò all'ingresso, per comodità fissò l'estremità della corda al maniglione antiscivolo.
Fu il panico! Un grandissimo errore!
Il grosso toro scorreggiò e la fiammella pilota della caldaia fece detonare la fiamma, trasformando la coda del bovino in una torcia, ed imbizzarrendo il toro che cominciò a correre divulgando le fiamme.
Tutto attorno prese a spargersi fumo e puzza di cacca. Il panico si diffuse rapidamente. Il relatore prese a gridare al microfono frasi di ogni tipo, insultando chi scappava, con epiteti del genere:
- "vigliacchi! non fuggite ma combattete la vostra paura. Siete solo pecore da monta, la convention lo dimostra"
Da lontano uno rispose:
" Maestro, cosa dovremmo fare?"
Lui replicò:
"Ardete in allegrezza, buttatevi tra le fiamme, ma prima devolvete i vostri testicoli alle grazie di Simon Kimbangu ed i vostri denari al sottoscritto, che ringrazia e vi saluta "caldamente".
Nel frattempo la contessa uscì dalla toilette, dove stava praticando del sesso pomeridiano con un brutale e dotato Mandingo africano e sorrise soddisfatta.
Notò a malapena la confusione che imperversava nello stand, ma non potè ignorare che il suo toro correva verso di lei sventolando la coda incendiata.
Qualche balordo gli aveva anche tirato della benzina, sperando bruciasse del tutto, ma la sua cotenna era cosi spessa che risultò quasi ignifuga.
Tuttavia, la pelle delle palle del toro era quella di Apelle figlio di Apollo, quindi abituata alle alte temperature dovute al carro solare di Trundholm, ma scoppiarono ugualmente ed inevitabilmente, creando una voragine nell'area circostante.
Le colonne che sorreggevano il "prepuzio dell'insula Felicles" persero la loro efficacia e stabilità, si sentì un fragore e si

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