Il vino è stato inventato, secondo le testimonianze bibliche, da Abramo, Isacco e Giacobbe. Abramo rubò dal dispensario pentateuco la procedura per la produzione di Tannini enologici. Isacco scoprì come spremere bene tutti i chicchi d'uva con i piedi, mentre Giacobbe inventò le barrique per far "stagionare" nel tempo, quella che diventerà la vera scienza della chimica enologica: la Tavernellologia Questa ebbe un grande successo, soprattutto sugli scaffali dei discount. All'epoca il Todis stava prendendo le redini del mercato enologico e stava cercando un sommelier talmente bravo, da poter convincere i clienti che anche l'aceto era profumato "come la topa". A tale scopo ingaggiarono tale sir Ponti Giovanni, il fratello Ponti Pattoli nipote di Pontedilegno Tonale. Giovanni era un esperto nella gestione patrimoniale delle bottiglie più pregiate, mentre Ponti era esperto in infrastrutture stradali fatte di legno e barre di alluminio. Ad occuparsi della distribuzione ci pensava Tonale, che controllava l'omonimo passo e tutto il versante a nord della Lombardia. Mancava soltanto il Bernina che trasportava le cassette d'uva. L'invenzione del vino cambiò ed inizio l'era del prosecco, un prodotto di alta qualità fatto con le uve del consorzio di Greenpeace, dove il vitigno principale era piantato nel il Campo dei Miracoli di Pisa, dove tutti i giorni migliaia di turisti si riunivano per fare baldoria prendendosi un bello spritz. Probabilmente l'Aperol non esisteva, si usava l'idromele addizionato di acqua ossigenata, che era praticamente uguale nel sapore, ma non aveva quel fastidioso colore arancione. Il sapore era uguale, ma assumeva la colorazione violacea del vino che prende de spunto, tuttavia a Jezebel piaceva questa fragranza, ed ogni
_________________ ......"Solo perché non capite certe cose non significa che siano sbagliate"......
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