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 Oggetto del messaggio: Re: Capitolo 63- L'era dei lavapiatti
MessaggioInviato: 13/09/2013, 8:40 
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In quell'epoca l'ambita qualifica di "lava piatti" rappresentava un ottimo viatico per una carriera vincente nella pratica del "bunga-bunga". Infatti anche il sommo maestro, Silvio Grillo, soffriva di "ansia da prestazione" quando provava a infilare le mani nel lavabo colmo di capperi sotto sale perche', a causa dei gretti, il bruciore lo faceva saltellava come un Lagorchestes in fiamme.
Si profilarono giorni di tregenda e notti di sbirula tra i marconisti che tentavano di contattare, in tutte le lingue e tramite un telegrafo Chappe risalente al 1863, un frate Carmelitano Scalzo che abitava alle pendici di una montagna chiamata Sant'Ubaldo.
Vicino al monte, dove non crescevano nè gli alberi nè l'Apodemus sylvaticus ma germogliava puntualmente solo il Naga Jolokia, arrivò un contadino di Trinidad e Tobago che seminò i cetrioli, poi ne arrivò uno Lucano che li concimò con lo sterco umano e quello di piccione sannita.
La coltivazione germogliò tappezzando le vallate di fiorellini rossi con stelline rosse, ma il contadino (pronipote di Mao Tse-tung) Teo-Jung non accettava la svolta capitalista del

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 Oggetto del messaggio: Re: Capitolo 63- L'era dei lavapiatti
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In quell'epoca l'ambita qualifica di "lava piatti" rappresentava un ottimo viatico per una carriera vincente nella pratica del "bunga-bunga". Infatti anche il sommo maestro, Silvio Grillo, soffriva di "ansia da prestazione" quando provava a infilare le mani nel lavabo colmo di capperi sotto sale perche', a causa dei gretti, il bruciore lo faceva saltellava come un Lagorchestes in fiamme.
Si profilarono giorni di tregenda e notti di sbirula tra i marconisti che tentavano di contattare, in tutte le lingue e tramite un telegrafo Chappe risalente al 1863, un frate Carmelitano Scalzo che abitava alle pendici di una montagna chiamata Sant'Ubaldo.
Vicino al monte, dove non crescevano nè gli alberi nè l'Apodemus sylvaticus ma germogliava puntualmente solo il Naga Jolokia, arrivò un contadino di Trinidad e Tobago che seminò i cetrioli, poi ne arrivò uno Lucano che li concimò con lo sterco umano e quello di piccione sannita.
La coltivazione germogliò tappezzando le vallate di fiorellini rossi con stelline rosse, ma il contadino (pronipote di Mao Tse-tung) Teo-Jung non accettava la svolta capitalista e decise che sarebbe

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 Oggetto del messaggio: Re: Capitolo 63- L'era dei lavapiatti
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In quell'epoca l'ambita qualifica di "lava piatti" rappresentava un ottimo viatico per una carriera vincente nella pratica del "bunga-bunga". Infatti anche il sommo maestro, Silvio Grillo, soffriva di "ansia da prestazione" quando provava a infilare le mani nel lavabo colmo di capperi sotto sale perche', a causa dei gretti, il bruciore lo faceva saltellava come un Lagorchestes in fiamme.
Si profilarono giorni di tregenda e notti di sbirula tra i marconisti che tentavano di contattare, in tutte le lingue e tramite un telegrafo Chappe risalente al 1863, un frate Carmelitano Scalzo che abitava alle pendici di una montagna chiamata Sant'Ubaldo.
Vicino al monte, dove non crescevano nè gli alberi nè l'Apodemus sylvaticus ma germogliava puntualmente solo il Naga Jolokia, arrivò un contadino di Trinidad e Tobago che seminò i cetrioli, poi ne arrivò uno Lucano che li concimò con lo sterco umano e quello di piccione sannita.
La coltivazione germogliò tappezzando le vallate di fiorellini rossi con stelline rosse, ma il contadino (pronipote di Mao Tse-tung) Teo-Jung non accettava la svolta capitalista e decise che sarebbe intervenuto semivangando le petunie

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MessaggioInviato: 16/09/2013, 17:04 
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In quell'epoca l'ambita qualifica di "lava piatti" rappresentava un ottimo viatico per una carriera vincente nella pratica del "bunga-bunga". Infatti anche il sommo maestro, Silvio Grillo, soffriva di "ansia da prestazione" quando provava a infilare le mani nel lavabo colmo di capperi sotto sale perche', a causa dei gretti, il bruciore lo faceva saltellava come un Lagorchestes in fiamme.
Si profilarono giorni di tregenda e notti di sbirula tra i marconisti che tentavano di contattare, in tutte le lingue e tramite un telegrafo Chappe risalente al 1863, un frate Carmelitano Scalzo che abitava alle pendici di una montagna chiamata Sant'Ubaldo.
Vicino al monte, dove non crescevano nè gli alberi nè l'Apodemus sylvaticus ma germogliava puntualmente solo il Naga Jolokia, arrivò un contadino di Trinidad e Tobago che seminò i cetrioli, poi ne arrivò uno Lucano che li concimò con lo sterco umano e quello di piccione sannita.
La coltivazione germogliò tappezzando le vallate di fiorellini rossi con stelline rosse, ma il contadino (pronipote di Mao Tse-tung) Teo-Jung non accettava la svolta capitalista e decise che sarebbe intervenuto semivangando le petunie gialle, così facendo i

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Si profilarono giorni di tregenda e notti di sbirula tra i marconisti che tentavano di contattare, in tutte le lingue e tramite un telegrafo Chappe risalente al 1863, un frate Carmelitano Scalzo che abitava alle pendici di una montagna chiamata Sant'Ubaldo.
Vicino al monte, dove non crescevano nè gli alberi nè l'Apodemus sylvaticus ma germogliava puntualmente solo il Naga Jolokia, arrivò un contadino di Trinidad e Tobago che seminò i cetrioli, poi ne arrivò uno Lucano che li concimò con lo sterco umano e quello di piccione sannita.
La coltivazione germogliò tappezzando le vallate di fiorellini rossi con stelline rosse, ma il contadino (pronipote di Mao Tse-tung) Teo-Jung non accettava la svolta capitalista e decise che sarebbe intervenuto semivangando le petunie gialle, così facendo i possessori di trattori nomadi

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Si profilarono giorni di tregenda e notti di sbirula tra i marconisti che tentavano di contattare, in tutte le lingue e tramite un telegrafo Chappe risalente al 1863, un frate Carmelitano Scalzo che abitava alle pendici di una montagna chiamata Sant'Ubaldo.
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La coltivazione germogliò tappezzando le vallate di fiorellini rossi con stelline rosse, ma il contadino (pronipote di Mao Tse-tung) Teo-Jung non accettava la svolta capitalista e decise che sarebbe intervenuto semivangando le petunie gialle, così facendo i possessori di trattori nomadi potevano divertirsi a comporre

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Si profilarono giorni di tregenda e notti di sbirula tra i marconisti che tentavano di contattare, in tutte le lingue e tramite un telegrafo Chappe risalente al 1863, un frate Carmelitano Scalzo che abitava alle pendici di una montagna chiamata Sant'Ubaldo.
Vicino al monte, dove non crescevano nè gli alberi nè l'Apodemus sylvaticus ma germogliava puntualmente solo il Naga Jolokia, arrivò un contadino di Trinidad e Tobago che seminò i cetrioli, poi ne arrivò uno Lucano che li concimò con lo sterco umano e quello di piccione sannita.
La coltivazione germogliò tappezzando le vallate di fiorellini rossi con stelline rosse, ma il contadino (pronipote di Mao Tse-tung) Teo-Jung non accettava la svolta capitalista e decise che sarebbe intervenuto semivangando le petunie gialle, così facendo i possessori di trattori nomadi potevano divertirsi a comporre puzzle con granate inesplose

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Si profilarono giorni di tregenda e notti di sbirula tra i marconisti che tentavano di contattare, in tutte le lingue e tramite un telegrafo Chappe risalente al 1863, un frate Carmelitano Scalzo che abitava alle pendici di una montagna chiamata Sant'Ubaldo.
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Si profilarono giorni di tregenda e notti di sbirula tra i marconisti che tentavano di contattare, in tutte le lingue e tramite un telegrafo Chappe risalente al 1863, un frate Carmelitano Scalzo che abitava alle pendici di una montagna chiamata Sant'Ubaldo.
Vicino al monte, dove non crescevano nè gli alberi nè l'Apodemus sylvaticus ma germogliava puntualmente solo il Naga Jolokia, arrivò un contadino di Trinidad e Tobago che seminò i cetrioli, poi ne arrivò uno Lucano che li concimò con lo sterco umano e quello di piccione sannita.
La coltivazione germogliò tappezzando le vallate di fiorellini rossi con stelline rosse, ma il contadino (pronipote di Mao Tse-tung) Teo-Jung non accettava la svolta capitalista e decise che sarebbe intervenuto semivangando le petunie gialle, così facendo i possessori di trattori nomadi potevano divertirsi a comporre puzzle raffiguranti Granatieri con Obice e granate inesplose.
La mantide religiosa apparì

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Si profilarono giorni di tregenda e notti di sbirula tra i marconisti che tentavano di contattare, in tutte le lingue e tramite un telegrafo Chappe risalente al 1863, un frate Carmelitano Scalzo che abitava alle pendici di una montagna chiamata Sant'Ubaldo.
Vicino al monte, dove non crescevano nè gli alberi nè l'Apodemus sylvaticus ma germogliava puntualmente solo il Naga Jolokia, arrivò un contadino di Trinidad e Tobago che seminò i cetrioli, poi ne arrivò uno Lucano che li concimò con lo sterco umano e quello di piccione sannita.
La coltivazione germogliò tappezzando le vallate di fiorellini rossi con stelline rosse, ma il contadino (pronipote di Mao Tse-tung) Teo-Jung non accettava la svolta capitalista e decise che sarebbe intervenuto semivangando le petunie gialle, così facendo i possessori di trattori nomadi potevano divertirsi a comporre puzzle raffiguranti Granatieri con Obice e granate inesplose.
La mantide religiosa apparì per la prima volta

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