Il torneo iniziò alle 22.30, disponevano di 90 mazzi, ma le squadre erano dispari. Decisero di sopprimere la squadra con la simpatia per Lele Mora. Ma qual'era? Per scoprirlo dovettero affrontare una delle questioni insolute: dove era Lele? Per scovarlo assunsero il più grande taglia palle del mondo, un energumeno con un grande naso da segugio che fiutò subito il tanfo che Lele emanava a svariati chilometri di distanza. Composero 4 squadroni da 4, con 4 cani specializzati in tartufo, ciascuno dei quali con lo scroto infiammatissimo. Mentre tutti i giocatori cominciavano le partite, si potevano contare in totale 64 cani, 128 galline e un dodo. Fuori dal tendone intanto iniziava la caccia all'uomo, un'orda di spietati trincia budella cercavano Lele. Blobay lo voleva catturare a tutti i costi per fallo morire fritto, quindi finanziò, con i soldi usciti di tasca sua, l'acquisto di un deflagatore ruggitore, che, nella fantasia di Basile, sarebbe stato composto da: - Un potente divaricatore anale idraulico; - Un idrante dal flusso concentrato; - un clistere; - una sonda ecografica; - una penna stilografica; - una coppia di fanali. Nikola Tesla lo vide per strada, diretto verso Mengara, e ne restò esterrefatto, dato che aveva in mente di progettare un alternatore ad induzione, al fine di indurre Lele Mora alla Folgorazione. Prese il suo carro elettrico cercando di raggiungerlo, lo spinse al massimo ma non riusciva a ridurre la distanza da Lele che correva veloce. Continuarono cosi fino a che Lele non bucò la gomma anteriore destra e cominciò a sbandare, uscì di strada, investendo una civetta cornuta come lui, e finì sopra un cactus con lo scroto. Nel frattempo Nikola lo raggiunse e con una mazza gli colpì una garognola provocandogli un dolore tale che lo fece quasi svenire. Lele si calò le braghe rosse: mostrò i testicoli gonfi per via del cactus ad un toro e si arrese. Fu lì che il carro di Nikola andò in Tilt e lo dovettero tirare con il toro che, inferocito per il peso del generatore, continuava a guardare fisso davanti a se le palle di Lele, con il rosso nelle pupille, sbuffando vapore dalle narici, fino al punto che la fune si ruppe ed il generatore si fermò. Gli spettatori assistettero attoniti alla scena di Lele mentre gli veniva reciso, con le tronchesi, l'unghia dell'alluce sinistro del piede destro. Le urla si sentivano dal tendone del torneo, ma i concorrenti erano troppo presi dal gioco e se ne infischiavano, pensavano piuttosto alle carte da burraco ed alla fortuna che sembrava non arrivare. Successe però che il generatore, ad un certo punto, riprese a funzionare a tutta birra. La potenza che emanava sarebbe stata sufficiente a rifornire una distilleria, dettaglio che venne notato dal mastro birraio, che mentre rubava un Pozzetto, decise di scaricare tutta la sua ira su quel poveraccio de Lele Mora che si sentì perseguitato. Fu in quel momento che successe il patatrak: il generatore esplose, inondando di detriti incandescenti e schegge il sedere di Lele, ustionandolo a tal punto che sembrava un Porcheddu sardo e dato che l'olio contenuto nel motore era extravergine d'oliva, Lele ne rimase fritto.
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