Gli Svizzeri scesero su Roma, tutti belli e profumati ma ancora in pigiama a righe Giallo/Blu. Avevano gli occhiali appannati a causa dello scendere copioso della pioggia, ma nulla poteva fermare il loro desiderio di proteggere il Santissimo Padre. Erano tutti ferventi cattolici, c'erano anche alcuni Protosyncelli, oltre all'inquisitore Nicolas Eymerich in carne e ossa, pronto ad emanare sentenze, ma sopratutto a bruciare eretici, miscredenti, bestemmiatori e qualsiasi emanazione del demonio. La scesa su Roma fu inevitabile, tutti i sciagurati abitanti delle città si rifugiarono nelle cantine, mentre le orde elvetiche puntavano dritte su piazza Merdura, volti ad affrontare le malefiche bestie di Astaroth. Arrivati alle porte di SanPietro ,i soldati di Thun imbracciarono le bibbie che nascondevano sotto al Ferraiuolo ed iniziarono a leggere . Per dissetarsi bevevano vino dalle pozzanghere ed imprecavano contro zio Bubububu che li aveva delusi. Intanto KIU era sparito dalla paura, insieme alle sue bestemmie azteche. Si narra che si sia perso nei meandri delle desolate Ande in Svizzera, dalle parti di Lucerna, una piccola cittadina chiamata così perché splendeva di una luce eterna. Questa luce nasceva nel laghetto del monte Pilato (che Vattelapesca chi lo chiamò così), causata dalle miriadi di microrganismi invertebrati simili a Placozoi ma più luminosi. La leggenda vuole che sul monte Pilato siano prigionieri tutti coloro che fanno confusione durante la messa e che le persone che vanno a visitare tale posto restino prigioniere loro stesse. Per sfatare tale leggenda, alcune Guardie svizzere accompagnate da un frate, decisero di abbandonare l'assedio capitolino, lasciando però alcuni presìdi per controllare il regolare decorso del demonio verso l'esterno della diocesi Romana. Uno di questi soldati trovò un pennacchio rosso e si chiese se metterselo sulla testa, per sfoggiarlo in bella vista, fosse una buona idea. Si rivolse allora al più famoso degli esperti, il grandissimo Jonathan Kashanian Kardashian Kyashan, che si prese la briga di disegnare una divisa gialla a strisce verticali blu e cappello con pennacchio rosso, divisa che avrebbe dovuto scoraggiare almeno tutti quelli con minimo di buon gusto. Il soldato invece, non era affatto soddisfatto del completo e si rivolse a Enzo Miccio che gli propose delle modifiche quasi impercettibili: cintura rossa e capelli rossi. Otre a questo però pretese anche le spalline bombate in pieno stile anni novanta, tornati oramai in voga dopo l'Exploit Sanremese di Achille Lauro. Passando di la, un giornalista cominciò ad avere dubbi sull'effettiva efficacia delle divise, rispetto all'efficacia sicura di altri metodi, quali ad esempio aggredire con campagne diffamatorie il grandissimo e illustrissimo Cavaliere o lanciargli la riproduzione metallica di un duomo. Queste azioni diedero inizio
_________________ ......"Solo perché non capite certe cose non significa che siano sbagliate"......
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