Il vino è stato inventato, secondo le testimonianze bibliche, da Abramo, Isacco e Giacobbe. Abramo rubò dal dispensario pentateuco la procedura per la produzione di Tannini enologici. Isacco scoprì come spremere bene tutti i chicchi d'uva con i piedi, mentre Giacobbe inventò le barrique per far "stagionare" nel tempo, quella che diventerà la vera scienza della chimica enologica: la Tavernellologia Questa ebbe un grande successo, soprattutto sugli scaffali dei discount. All'epoca il Todis stava prendendo le redini del mercato enologico e stava cercando un sommelier talmente bravo, da poter convincere i clienti che anche l'aceto era profumato "come la topa". A tale scopo ingaggiarono tale sir Ponti Giovanni, il fratello Ponti Pattoli nipote di Pontedilegno Tonale. Giovanni era un esperto nella gestione patrimoniale delle bottiglie più pregiate, mentre Ponti era esperto in infrastrutture stradali fatte di legno e barre di alluminio. Ad occuparsi della distribuzione ci pensava Tonale, che controllava l'omonimo passo e tutto il versante a nord della Lombardia. Mancava soltanto il Bernina che trasportava le cassette d'uva. L'invenzione del vino cambiò ed inizio l'era del prosecco, un prodotto di alta qualità fatto con le uve del consorzio di Greenpeace, dove il vitigno principale era piantato nel il Campo dei Miracoli di Pisa, dove tutti i giorni migliaia di turisti si riunivano per fare baldoria prendendosi un bello spritz. Probabilmente l'Aperol non esisteva, si usava l'idromele addizionato di acqua ossigenata, che era praticamente uguale nel sapore, ma non aveva quel fastidioso colore arancione. Il sapore era uguale, ma assumeva la colorazione violacea del vino che prende di spunto. Tuttavia a Jezebel piaceva questa fragranza, ed ogni giorno lo pubblicizzava comparendo in tv, presentandosi come "il messia scacciadiavoli da Montefalco". Questo lavoro, quello di rendere il vino prelibato e gratificante, nel 448 A.C. prese talmente piede che ogni maschio adulto lo voleva intraprendere, ma solamente parttime. Il fulltime risultava troppo penalizzante. Non si poteva programmare nulla per via dei turni festivi, durante i quali non ci si poteva assentare. In compenso si poteva dormire stravaccati sulla scrivania durante la giornata lavorativa del resto della settimana, aspettando il fine settimana per godersi il riposo stravaccati sul divano a godersi i frutti del lavoro settimanale, mentre i cugini venivano a rompere i maroni. La fine della pacchia cominciò quando arrivò una circolare, dove veniva riportata la Norma D.P.R. 930 del 12/07/1963, che testualmente riportava: "Accertato il comportamento dei dipendenti dormienti, colti sul fatto, dopo il terzo richiamo, le lettere di richiamo, richiameranno il richiamato all'ordine"
_________________ ... o muori da eroe o vivi tanto a lungo da diventare il cattivo ....
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