In quegli anni, nei bar, andava di moda una strana disciplina: Salire in piedi sul bancone per tentare di tuffarsi dentro ad un bicchiere; di questo sport esisteva una variante chiamata " il salto della quaglia": consisteva nell'aspettare con pazienza che un avventore orinasse in una mangiatoia posizionata perfettamente al centro della piazza di "Briaconeira", avvicinarsi furtivi alle spalle e riuscire a urinare, a nostra volta, addosso o nella tasca posteriore dell'avversario che si trovava a portata di pisello. A questo punto i componenti della squadra "Corto ma storto" decisero di barare mescolando il chili con molte gocce di Guttalcul, facendo in modo che lo stimolo urinario si confondesse con una miscela di sensazioni ambigue quali : l'ansia che cominciava a salire perchè s'era fatto tardi, l'esaurimento dovuto al troppo sesso autoinflitto, la cecità conseguente, il prurito al terzo metacarpo e la gengivite. Tuttavia, anche se sottoposti a severi criteri antidoping, i nostri eroi bypassarono i controlli somministrandosi ingenti dosi di tritazoloide: unica controidicazione di tale sostanza l'impossibilta' di 'tenerla' dentro se non tappando definitivamente il foro di uscita con un cavatappi arruginito. Il giorno di carnevale le squadre però riuscirono a passare il test anti-doping tramite un metodo apparentemente meno doloroso, mascherando il cavatappi precedentemente verniciato con il Flatting, tra le terga della stagista Monica Lewinsky. Intanto le squadre annusarono a turno le scarpe del millepiedi (era soprannominato così l'arbitro) per capire a quale fragranza assomigliasse il fetore che emanavano, ma non si accorsero che il tempo era finito e così si spensero
_________________ "La conoscenza è sapere che un pomodoro è un frutto; la saggezza è sapere di non doverlo mettere in una macedonia di frutta." Brian O'Driscoll
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